Oggi giornata clou per la vicenda Ilva: il decreto legge per la riapertura dell’impianto siderurgico di Taranto passa oggi in Consiglio dei ministri. Mentre scioperi e proteste dilagano in Italia, interessando anche Genova, continua lo scontro tra chi vuole la rimessa in moto immediata della produzione per il bene dell’economia italiana e degli operai, e chi vorrebbe invece il risanamento ambientale dell’impianto in primo piano, come il leader dei Verdi Angelo Bonelli.
La questione spinosissima dell’Ilva arriva a un nodo cruciale: l’esame del decreto legge per la riapertura da parte del Consiglio dei ministri. Il decreto, fortemente voluto dal ministro dell’ambiente Corrado Clini, divide l’Italia tra chi vorrebbe che il risanamento e la bonifica dell’impianto avessero la precedenza assoluta, dopo decenni di inquinamento criminoso che ha portato Taranto a essere la città con la minore aspettativa di vita in Italia, con altissima incidenza del mesotelioma e alta incidenza di svariate malattie infantili, e chi vorrebbe veder subito ripartire la produzione dell’impianto siderurgico di Taranto, in primo luogo gli operai che rischiano la disoccupazione e svariati esponenti politici, tra cui il ministro Corrado Clini, per i quali l’importanza dell’Ilva per l’economia italiana è tale da giustificare, in sostanza, la riapertura.
Tra coloro che non vedono affatto di buon occhio il decreto legge per la riapertura c’è il leader dei Verdi Angelo Bonelli, che ieri sera ha rilasciato dichiarazioni pesanti contro il provvedimento, definito come un “golpe all’ordinamento giuridico del Paese” e come un “provvedimento di una gravità inaudita, una sorta di libertà di inquinare”. Dopo il ritrovamento del corpo dell’operaio morto in seguito alla tromba d’aria che ha colpito l’Ilva due giorni fa gli occhi di tutti sono ora puntati su Roma, dove potrebbe essere varato il decreto legge per la riapertura dell’Ilva. Nonostante la forte spinta del ministro Clini non è certo che il decreto legge venga approvato, quindi la tensione ora è massima, tanto tra chi vorrebbe vedere il decreto diventare realtà quanto tra chi si augura che venga bocciato, al fine di impostare come prioritaria la questione del risanamento ambientale dell’Ilva.
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