Un documento della Commissione Europea – e ripreso dal Figarò – rileva la presenza di falle nella sicurezza per diciannove centrali francesi – quattro delle quali si trovano vicine al confine italiano. In particolare mancherebbero adeguati strumenti antisismici.
Il documento rileverebbe in particolare l’assenza di strumenti di misurazione sismica oltre alla presenza di equipaggiamenti di soccorso in caso di incidente che sarebbero inadeguati. Questo sarebbe il risultato degli stress test condotti dopo il disastro di Fukushima, che ha dimostrato un principio che gli ecologisti sostenevano da tempo: i reattori devono essere protetti anche contro incidenti considerati altamente improbabili.
Può sembrare strano ma tra le centrali francesi, quella di Fessenheim si difende meglio di altre – nonostante sia la centrale più vecchia del parco nucleare francese con i suoi quasi 40 anni di attività.
Questo perché avrebbe delle procedure adeguate in caso di incidente. Lo stesso non si può dire di altre due centrali “anziane” come quella di Chooz e Cattenom. Resta ancora da capire quanti soldi ci vorranno per rendere tutte le centrali sicure.
Il quotidiano tedesco Die Welt parla di 25 miliardi di euro per tutto il parco centrali europeo. Philippe Jamet, uno dei rappresentanti francesi dell’autorità nucleare europea, parla di un costo tra i cento e i duecento milioni per ogni centrale francese.
Meno di quello che dice la Corte dei conti francese, che parla di 5,6 miliardi di euro da pagare nel giro di quattordici anni. Comunque la si veda si tratta di una spesa importante per una fonte d’energia che rischia di esaurirsi nel giro al massimo di una sessantina d’anni…
Ad onor del vero bisogna anche aggiungere che le centrali francesi hanno un elemento di cui gli altri reattori in Europa sarebbero sprovvisti. Si tratta di un sistema di arresto che se fosse stato installato nella centrale di Fukushima avrebbe limitato fortemente il disastro avvenuto in Giappone.