Ilva di Taranto: la procura boccia il piano dell’azienda

La procura della Repubblica ha dato un parere negativo sul piano di interventi immediati presentato dalla Riva. Non siamo ancora all’ufficia per garantire l’equilibrilità ma poco ci manca, perché dalla procura qualcuno ha fatto filtrare la dichiarazione che

Il parere della procura è in linea con quello dei custodi.

E i custodi giudiziari avevano già bocciato le proposte fatte da Bruno Ferrante in nome dell’azienda che controlla l’Ilva di Taranto. Quattrocento milioni di euro, di cui un centinaio da investire subito, sono troppo poco per garantire tutti gli interventi che i custodi hanno indicato come necessari.

E’ ovvio che a questo punto tutto dovrebbero fare un passo indietro. In primis l’azienda, che deve decidersi a mostrare l’intenzione chiara di voler fare tutti gli investimenti necessari per rendere l’impianto meno nocivo per la salute…

Se si vuole mantenere la siderurgia bisogna anche pensare a un piano articolato che permetta all’Ilva di conservare una minima capacità produttiva. Il sequestro degli impianti stabilito nel decreto del gip e confermato dal tribunale del Riesame è senza facoltà d’uso.

In presenza di una buona volonta manifesta della Riva si dovrebbe ripensare a questa mancanza di facoltà d’uso. Insomma la situazione è complicata, anche perché gli operai dell’impianto sono ritornati a fare la voce grossa…

Un centinaio di lavoratori dell’Ilva si sono radunati all’interno dello stabilimento, in un’area che si trova sulla statale Appia in cui si troverebbe anche la direzione.

La protesta, che secondo la Fim/Cisl sarebbe stata incentivata da responsabili aziendali, sarebbe dovuta al fatto che l’azienda starebbe iniziando a spegnere le luci e interrompere l’erogazione dell’acqua nei reparti sotto sequestro. Queste notizie ovviamente sono state smentite dal gruppo Riva.

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