Uno studio olandese di Greenpeace si è concentrato sui sex toys. E ne è uscito fuori che la stragrande maggioranza – per intenderci i sette ottavi – contengono degli ftalati, ovvero delle sostanze aggiunte alle diverse plastiche per conferire loro una maggiore flessibilità ed elasticità. Il PVC è la principale materia plastica in cui vengono impiegati.
Peccato che sia stata bandita a causa della sua tossicità. A quanto sembra delle sperimentazioni sugli animali da laboratorio hanno mostrato che questi esteri dell’acido ftalico producono una certa tossicità epatica, testicolare e riproduttiva – e guarda caso i sex toys che vengono a contatto proprio con le parti più delicate del corpo.
Per evitare degli antipatici effetti collaterali si possono ricorrere a delle alternative. Una possibilità è quella di ricorrere a oggetti che siano costruiti con materiali certificati. Per esempio – sinceramente non lo sapevo – ci sono preservativi vegani o organici, o ancora lubrificanti con estratti naturali. O ancora quelli che usano gomma prodotta dal commercio equo e solidale.
Greenpeace proporne pure delle alternative come giochini erotici in sostanze non plastiche, come vetro, ceramica o metallo. Altri oggetti di piacere sono stati fatti con legno certificato Fsc. Per i pochi che non lo conoscono, si tratta di un marchio che identifica tutti i prodotti contenenti legno che vengono da foreste gestite in modo sostenibile – e infatti per questo devono rispettare rigorosi standard ambientali.
Tra i sex toys promossi ci sono anche gli oggetti che sfruttano le energie rinnovabili. Come il vibratore dal nome fantasioso Earth Angel. Funziona col vecchio olio di gomito – grazie ovviamente all’ausilio di una manovella. Nove minuti di carica a mano per un’ora di piacere. L’associazione ambientalista promuove tutti gli oggetti che non costringono ad avere delle antiecologiche pile di ricambio da tenere in casa.
Ci sono pure quelli che funzionano grazie all’energia solare.