Il prossimo 16 settembre in Piemonte si sarebbe aperta la stagione della caccia, ma in seguito al ricorso presentato da alcune associazioni animaliste e ambientaliste, il Tar Piemonte lo scorso 7 settembre ha sospeso la caccia con effetto immediato, adesso si attende la decisione definitiva, che arriverà nel settembre 2013.
Svariati sono i motivi per cui il Tar Piemonte ha deciso di sospendere la stagione della caccia, tra cui l’assenza del documento di valutazione di incidenza della caccia sulle aree della rete europea “Natura 2000”, ma gli agricoltori sono già in protesta, ritengono che il moltiplicarsi della fauna possa danneggiare il raccolto, che non esce comunque da una bella stagione, considerata la siccità dell’estate appena trascorsa.
Gian Paolo Coscia (Confagricoltura Alessandria e Piemonte), Roberto Paravidino (Coldiretti Alessandria) e Carlo Ricagni (Cia Alessandria) hanno affermato:
Senza la caccia, sarebbe inevitabile la moltiplicazione delle specie faunistiche che, in assenza di un adeguato contenimento, causano numerosi danni alle colture agricole, con forti ripercussioni anche per le finanze regionali chiamate a risarcire i danni. Ci auguriamo che l’Assessorato alla Caccia della Regione Piemonte provveda urgentemente a sanare la situazione, consentendo l’apertura della caccia nei tempi previsti, pena ulteriori, gravi danni per le aziende agricole, già fortemente penalizzate da una situazione economica generale di grande crisi.
La decisione del Tar Piemonte ha fatto felici ambientalisti e animalisti, ma le proteste potrebbero avere delle conseguenze non indifferenti. Il consigliere regionale del PDL Marco Botta richiede che siano presi provvedimenti contro i cormorani, specie d’uccello che fa largo consumo di pesce. Il consigliere prevede un piano di abbattimento, ma anche questa proposta è destinata a suscitare molte polemiche. Gli ambientalisti richiedono le dimissioni dell’assessore Claudio Sacchetto della Lega Nord, sempre attento alla tutela dei cacciatori. Monica Cerutti di Sel ha dichiarato:
Non possiamo che essere soddisfatti per la decisione del Tar, intervenuto a evidenziare una situazione anomala e un vuoto legislativo, per questo chiediamo la restituzione delle deleghe dell’assessore.
Andrea Buquicchio dell’IDV ha invece affermato:
L’abolizione per eliminare il Referendum si è rivelata un boomerang. Sono convinto che il metodo più democratico per scrivere una nuova legge consiste nel dare la parola ai cittadini, come chiesto da oltre un quarto di secolo da numerose associazioni ambientaliste. Per evitare il referendum e salvaguardare la volontà popolare basterebbe approvare la nostra proposta di legge che recepisce le istanze referendarie.
Le risposte alla decisione del Tar, quindi, sono di diversa natura, non ci resta che aspettare la decisione definitiva.
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