La banchisa si scioglie tutta l’estate, ma quest’anno, prima della fine del periodo estivo, la banchisa polare artica si estende solo su 4,1 milioni di chilometri quadrati. Un nuovo record negativo – il precedente era stato toccato il 18 settembre 2007, ed è stato battuto di 70.000 km2.
Questo annuncio, fatto lunedì dal Centro americano di dati sulla neve ed il ghiaccio, è stato confermato martedì dall’Istituto russo di ricerca scientifica per l’Artico e l’Antartico. Si tratta di un indicatore palpabile del riscaldamento climatico.
Le regioni polari servono come un segnale d’allarme, perché lì si possono vedere per primi i segnali del fenomeno che rischia di svilupparsi sul resto del pianeta.
Per molti scienziati questi dati rappresentano una tendenza inquietante, perché questi dati mostrano un riscaldamento molto peggiore di quello che ci si poteva aspettare. E questo scioglimento va a collegarsi con il mese di luglio più caldo mai registrato nell’emisfero nord.
Secondo Michael Mann, autore di un rapporto delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico
Ci sono diverse regioni al mondo in cui il cambiamento climatico sembra essere più veloce di quanto mostravano i modelli.
Per Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International
Queste cifre sono la prova inconfutabile che le emissioni di gas ad effetto serra responsabile della deregulation climatica stia distruggendo un ecosistema cruciale per il pianeta.
Bob Ward, responsabile della ricerca sul clima alla London School of Economics, ha rilevato che alla velocità attuale di riscaldamento
ci si può attendere che da qui a qualche decina d’anni i ghiacci dell’Artico scompaiano completamente durante l’estate.
Un’altra fonte di preoccupazione è rappresentata dal fatto che lo scioglimento della banchisa polare è da una parte una conseguenza del riscaldamento climatico, ma contribuirebbe anche da aggravarlo, visto che sostituisce delle superfici riflettenti con altre assorbenti.
Questo dovrebbe portarci a fare tutto il possibile per stabilizzare il nostro clima riducendo le emissioni di gas ad effetto serra. Purtroppo non è quello che stiamo facendo.