Vendemmia: Italia primo Paese d’Europa a produrre vino biologico

di Redazione 191 views1

La vendemmia inizia all’insegna del biologico in Italia, il primo Paese d’Europa ad adottare questa normativa UE che regola la produzione di vino in modo tale che alcuni processi considerati fino ad oggi tutt’altro che biologici, lo diventino definitivamente.

Lo scorso febbraio è stata approvata la normativa europea sul vino biologico, dopo vent’anni di “battaglie” da parte dei viticoltori bio, lo scorso 1 agosto la normativa è entrata in vigore e adesso non resta che scoprire quali effetti avrà sulla vendemmia. La produzione del vino biologico conta 52.273 sparsi sul territorio italiano, principalmente in Sicilia, Puglia e Toscana e 21.931 ettari sono in conversione (dati Mipaaf).

Le differenze con la vendemmia “tradizionale” non sono poi tantissime: coadiuvanti e additivi sono stati in parte aboliti, da 68 ne troviamo 44, alcuni di quelli rimasti dovranno comunque provenire da agricoltura biologica. Dallo scorso 30 giugno c’è anche l’obbligo di segnalare la presenza di albumina o caseinato nell’etichetta; sono stati ridotti i solfiti, ma comunque non saranno totalmente eliminati.

Cosa è vietato: le dealcolazioni, le desolforazioni, l’elettrodialisi e gli scambiatori di cationi per la stabilizzazione tartarica, la concentrazione a freddo. Cosa è ancora consentito: l’osmosi inversa per l’arricchimento dei mosti; le resine a scambio ionico per il mosto concentrato rettificato; trattamento termico fino a 70°C; la microcentrifugazione e la microfiltrazione. Uno dei punti che più fa discutere, è l’ammissione del rame, elemento pericoloso per i terreni e quindi per le piante stesse.

Cristina Micheloni dell’Associazione italiana per l’agricoltura biologica, ha dichiarato:

Si poteva essere più ambiziosi, ma anche se si è trattato di un compromesso siamo decisamente soddisfatti. L’importante era scongiurare ulteriori rinvii perché a fronte di un crescente interesse da parte dei consumatori, i nostri concorrenti extra europei si sono già dotati di apposite certificazioni. In Italia i vitigni biologici interessano una sperificie di 52mila ettari, pari a circa il 7% del totale. Per questi produttori il nuovo regolamento Ue è una grossa opportunità visto la rischiesta di vino bio che arriva dal Nord Europa, Regno Unito e Danimarca in testa.

La normativa non ha convinto comunque tutti i viticoltori, si è compiuto un passo in avanti dal punto di vista giuridico ma bisogna vedere quali saranno gli effetti nel lungo periodo e soprattutto se cambierà o meno la qualità del vino stesso.

Photo Credits | Thinkstock

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