Il nucleare nel mondo: fine del Rinascimento. Prima parte

di Redazione 113 views0

Non ci sono molte buone notizie per l’industria nucleare nell’anno solare 2011. Basta citare un dato: 19 reattori nucleari sono stati mandati in pensione, mentre ne sono entrati in attività solo sette. Quattro paesi hanno annunciato l’intenzione di voler uscire dal mondo dell’energia creata dalla rottura dell’atomo: la Germania, il Belgio, la Svizzera e Taiwan.

Altri si sono ritirati dall’impegno nucleare: l’Egitto, l’Italia, la Giordania, il Kuwait e la Tailandia. L’Iran è il solo paese al mondo ad essersi impegnati in un programma elettro-nucleare commerciale, dopo la Romania nel 1996. I cantieri sono stati fermati in Bulgaria e Giappone.

Scritto dagli esperti indipendenti Mycle Schneider e Antony Froggatt in collaborazione con Julie Hazemann, il World Nuclear Industry Status Report 2012 riassume la situazione: nel 2011, sono stati aperti quattro nuovi cantieri e nel 2012 due.

La Francia, l’India, il Brasile e gli Stati Uniti hanno annullato i nuovi cantieri. Nei Paesi Bassi, il Regno Unito e gli Stati uniti, delle aziende chiave si sono ritirate dai progetti nucleari.

La certificazione delle nuove tecnologie relative alla nuova generazione di reattori è stata ritardata, è il caso del reattore francotedesco EPR che riceverà l’autorizzazione per gli Stati Uniti alla fine del 2014. In diversi paesi, i cantieri in corso sono in ritardo, in Cina, in Armenia, in Finlandia e negli Stati Uniti.

Delle 59 unità in costruzione nel mondo, almeno 18 sono in ritardo, e di diversi anni. Il progetto della centrale Watts-Bar-2 agli Stati Uniti batte tutti i record: la costruzione è iniziata nel 1973, e l’entrata in servizio è stata nuovamente ritardata al 2015 o 2016.

Quanto ai nuovi candidati all’industria nucleare, come il Bangladesh, la Bielorussia, l’Indonesia, la Giordania, la Polonia, l’Arabia Saudita, la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti ed il Vietnam, stanno facendo marcia indietro davanti ai problemi finanziari e le difficoltà d’impianto legate alle loro condizioni climatiche specifiche, come l’assenza d’acqua per raffreddare i reattori.

In questi paesi è molto più semplice realizzare centrali che sfruttino le energie rinnovabili o l’utilizzazione del gas naturale – costano meno ed è più facile.

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