Olimpiadi 2012: la Panasonic presenta la house boat solare

di Redazione 58 views0

Una casa galleggiante totalmente autonoma dal punto di vista energetico ha fatto capolino lungo il Tamigi, arrivando puntuale per le Olimpiadi di Londra 2012.

Londra in questi giorni è in subbuglio proprio per l’inizio dei giochi olimpici, nel 2005 quando riuscì a convincere il Comitato Olimpico Internazionale ad affidare proprio alla città l’organizzazione delle Olimpiadi 2012, sono state fatte molte promesse per quel che riguarda il campo dell’ecologia, puntando tutto sullo sviluppo sostenibile ed una mentalità assolutamente green.

Seguendo questi principi, anche la Panasonic ha deciso di partecipare alle Olimpiadi 2012 a modo suo, con una casa galleggiante, una house boat solare realizzata insieme ai designer di Sanitov Studio, che ospiterà Casa Danimarca. Sul tetto sono stati installati otto moduli solari Panasonic HIT® H250, l’impianto della house boat produce energia annuale pari a 1670 kWh, quindi una quantità tale da soddisfare tranquillamente un’intera famiglia, riducendo così l’utilizzo delle fonti tradizionali che nel corso di un anno invece producono solo grandi quantitativi di emissioni nocive.

Parlando proprio dei pannelli solari installati sul tetto, il modello HIT® VBHHxxxAE01 è costituito da una cella, a sua volta composta da quattro elementi che formano un esagono e che permettono uno sfruttamento ottimale dell’energia. Questo tipo di pannello garantisce la produzione di tanta energia anche in superfici ridotte, oltre a questo si aggiunge il vetro antiriflesso di cui sono costituiti questi pannelli, che consente così di perdere l’energia che si perderebbe con la riflessione solare. A tutto questo si aggiunge anche un costo piuttosto contenuto dei pannelli, poiché i moduli hanno una minore tensione d’uscita rispetto ai precedenti.

La soluzione della Panasonic è tanto innovativa quanto originale, i pannelli solari sviluppati possono essere un’ottima base per il futuro, per la realizzazione di progetti a basso costo che possano essere presi in considerazione dal massimo numero di gente possibile, giovando anche all’ambiente, che purtroppo finisce quasi sempre in secondo piano rispetto alle ragioni economiche.

Photo Credits | Getty Images

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