Inquinamento aeroporto di Malpensa: la Commissione Europea punisce l’Italia

L’Italia ha sessanta giorni di tempo per difendersi, ma intanto la Commissione Europea ha messo in mora lo Stato a causa dei gravi problemi di inquinamento causati dall’aeroporto di Malpensa, per i quali non sono mai stati presi provvedimenti concreti.

E’ di soli pochi giorni fa la conferma anche da parte della Corte d’Appello di Milano, il risarcimento dovuto da SEA è così salito a 7,5 milioni. Cos’è successso a causa dell’aeroporto? Non sono state adottate misure di nessun tipo per evitare il degrado ambientale, degli habitat naturali  e di specie per la Brughiera del Dosso, un territorio che fa parte del Parco Ticino e che rientra nell’elenco dei Siti di interesse comunitario (SIC).

La Corte d’Appello di Milano ha così condannato il Ministero dei Trasporti e la Società Esercizi Aeroportuali (Sea), confermando la sentenza di primo grado del 2008, ed aumentando il risarcimento, come già detto, a 7,5 milioni di euro, quasi quattro milioni in più rispetto a quanto stabilito in precedenza.

Solo calcolando i danni causati nella Brughiera del Dosso, senza tener conto delle altre zone, si tratta di migliaia di alberi morti, con un livello di inquinamento altissimo in base alle perizie effettuate. Secondo quanto stabilito anche dalla Commissione Europea, la causa di questo degrado sono gli idrocarburi non completamente combusti che gli aeroplani spargono sul terreno quando si trovano in fase di decollo; a questo si aggiunge l’inquinamento acustico, con un picco di 92 decibel, quando l’orecchio umano per non essere danneggiato dovrebbe raggiungerne un massimo di 80.

La causa è iniziata nel 1999, intentata da Umberto Quintavalle, proprietario della Brughiera del Dosso, il quale non intende fermare l’ampliamento o l’attività dell’aeroporto, ma richiede la promozione di una pianificazione dell’impatto territoriale con l’intento di garantire il rispetto dell’ambiente. A maggior ragione, se in ballo c’è una zona protetta come il Parco del Ticino.

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