La decisione del Primo ministro giapponese di far ripartire due reattori nucleari ha diviso l’opinione pubblica. Le manovre per far ripartire il reattore 3 della centrale di Ohi, nel Giappnoe occidentale sono iniziate sabato scorso, quelle del numero 4 inizieranno domani, ha annunciato la Kansai Electric Power.
Questa azienda energetica è quella che ha fatto più pressioni sul governo per far ripartire gli impianti. Ed ha ottenuto il via libera finale sabato mattina, al termine di un lungo processo protocollare, nonostante le proteste di una parte della popolazione.
All’inizio il primo ministro aveva promesso di prendere delle decisioni solo
dopo aver ottenuto la comprensione della popolazione.
Propositi dimenticati sabato mattina, quando il ministro dell’industria Yukio Edano si è giustificato dicendo che
Ci sono delle opinioni divergenti, ma il ruolo degli uomini politici è di decidere, ed è tanto più importante nel caso in cui tutti non sono d’accordo.
Facendo così, il governo ha ignorato gli allarmi lanciati da alcuni esperti e l’appello lanciato da quasi un terzo dei parlamentari del partito democratico del Giappone, il partito del primo ministro.
Secondo Yuhei Sato, il governatore della prefettura di Fukushima
è deplorevole che siano stati rimessi in servizio questi reattori.
Quello che preoccupa lui come la maggior parte dell’opinione pubblica è che la sicurezza dell’insieme delle centrali atomici è lungi dall’essere garantito, visto che non è ancora stato stabilito con precisione quello che è accaduto a Fukushima.
Molto più diretto il commento del giornalista Satoshi Kamata, uno dei leader del movimento “Addio all’energia nucleare“, sostenuto dal premio Nobel per la letteratura Kenzaburo Oe che ha lanciato una petizione firmata da 7,5 milioni di giapponesi:
Che cessi un potere che privilegia l’economia a detrimento della sicurezza dei cittadini.
La divisione dell’opinione pubblica giapponese si può notare leggendo le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Softbank,
Masayoshi Son:
Durante la sua conferenza stampa dell’8 giugno, il primo ministro ha affermato che a Ohi, anche in caso di terremoto e di tsunami, non si produrrebbe un incidente come quello di Fukushima. Ma i lavori da realizzare per assicurarsi tale risultato non sono stati fatti. Cosa succederà se accadesse prima un disastro?