Fino a qualche giorno fa non sapevo nemmeno chi fosse. Poi mi sono imbattuto in Alessandro Martelli, direttore dell’Enea di Bologna e ingegnere sismico, su diversi blog. Alla faccia della bufala del fracking ha affermato più volte che il terremoto in Emilia Romagna era stato previsto. Ovviamente bisogna utilizzare un bel paio di pinze quando si usa la parola previsioni insieme alla parola terremoto: un professionista serio del settore non potrebbe mai arrischiarsi ad affermare che un sisma di una certa potenza possa avvenire in un dato luogo il tal giorno…
Con le tecnologie in nostro possesso si può arrivare al massimo ad affermare che un sisma possa avvenire – l’uso del condizionale in questa frase non è casuale, indica la possibilità, non la certezza – in un certo periodo di tempo – anche un paio di anni – in una zona abbastanza vasta.
Ad esempio prendiamo il sistema di allerta italiano. l’Istituto di Fisica Teorica di Trieste e l’Università di Trieste hanno realizzato degli algoritmi che valutano i risultati del monitoraggio del territorio suddiviso in zone sismiche, ovvero le piccolo scosse che si sono verificato in un certo lasso di tempo – ovviamente ci sono anche altri algoritmi preparati da altri centri di ricerca nel mondo.
Ogni inizio anno, in base all’esperienza passata e alle scosse che si sono verificate, si possono notare delle anomalie, e si cerca di stabilire se questi discostamenti possano essere collegabili alla possibilità di avere un sisma di magnitudo rilevante nel giro di qualche mese o un anno – al massimo due.
Adesso ci sarebbe un allerta preoccupante relativa al Sud Italia. Come racconta Alessandro Martelli:
Ci sono tre diversi algoritmi di previsione, due elaborati da esperti nazionali e uno da sismologi russi, concordi nel prevedere un forte evento sismico in questa zona, in un arco di tempo che va da pochi mesi ad un anno, forse anche due.
Il modello italiano fa rientrare nella zona a rischio praticamente tutto il Sud Italia – dalla Campania in giù per intenderci. Altri circoscrivono il rischio alla Calabria ed alla Sicilia – e sicuramente una simile notizia dovrebbe far venire più di una preoccupazione nelle zone della Calabria in cui si sono registrate le scosse di questi giorni.