Domenica 20 maggio – dopodomani – è la festa delle oasi WWF. Oltre cento oasi e 37 riserve del corpo forestale saranno aperte gratuitamente ai visitatori – l’elenco dei luoghi aperti e delle attività previste è visibile sul sito del WWF.
Complessivamente le oasi WWF hanno un estensione pari a 37.000 ettari. Come il Bosco dell’Arrone: una meraviglia naturale difeso da cemento, parcheggi e gli stabilimenti balneari di Fregene. L’anno scorso è stata lanciata una raccolta fondi per salvare questo lembo di foresta umida – fino ad un secolo fa erano lo sfondo abituale di tutta la costa tirrenica.
Grazie alle donazioni, oggi il Bosco dell’Arrone è diventata l’ultima oasi del WWF – è stata aperta in febbraio – e ha permesso di preservare quaranta ettari di dune, vegetazione e bosco mediterraneo ricco di lecci e pini.
Tra tutte saranno sicuramente aperte tre oasi marine Sicuramente in tutto sono una ventina -: le Cesine, nel Salento, la Golena di Panarella, all’interno del Parco del delta del Po, e l’oasi di Scivu ad Arbius.
Al loro interno avrà uno spazio importante l’ultima campagna organizzata dal WWF sulle coste italiana. Sul tema è stato realizzato anche un dossier: “Coste: il profilo fragile dell’Italia” una copia ovviamente è stata consegnata al ministro dell’Ambiente Corrado Clini insieme a un decalogo “salva-coste” con le richieste per proteggere le nostre ‘amate sponde’ da una pressione umana sempre più insostenibile. Il nostro litorale è colpito da erosione costiera per il 42%, ed ha la bellezza di uno stabilimento balneare ogni 350 metri – in totale sono 12.000.
La novità più grande rispetto al passato è che ora nelle oasi si sta cercando di favorire lo sviluppo di un indotto economico: ne sono un esempio i prodotti che trovate – ad esempio – sugli scaffali della Coop. Come il miele sardo di Monte Arcosu o il riso di bio di Vanzano in Lombardia, o ancora il sale proveniente dalle saline di Trapani.