Da una parte ci sono i ciclisti professionisti che lottano per conquistare tappe del Giro d’Italia e la maglia Rosa. Dall’altra ci sono i cittadini che il 10 l’11 maggio sono stati conteggiati quando superavano alcuni punti di controllo allestiti per l’occasione in diverse zone di ventiquattro città italiane.
Il giretto d’Italia, organizzato da Legambiente, Fiab e Cittainbici, assegnerà tre premi – uno per le città grandi, uno per le medie, ed infine uno per i centri urbani minori – a chi ha la percentuale più alta di ciclisti rispetto ai motorizzati. Quest’anno la premiazione sarà a Ferrara il 25 maggio e i sindaci delle tre città vincitrici riceveranno una bicicletta in alluminio interamente riciclata.
Quest’anno a vincere sono state le città di Venezia, Trento e Schio – almeno il 30% dei suoi cittadini hanno utilizzato la bici per spostarsi -, mentre è arrivata ultima – e per questo gli è stata consegnata la maglia nera – la città di Roma, dove solo il 3,8% degli spostamenti recensiti è avvenuto in bici.
Complessivamente sono passati attraverso i check point delle città in gara circa 30.000 ciclisti, ed è stato rilevato un aumento dei ciclisti. In 15 città era rappresentato da bici più del 30% dei mezzi in circolazione, mentre Trento, Ferrara, Schio, Pesaro hanno avuto più del 50% di ciclisti – che quindi di numero hanno sopravanzato chi si sposta utilizzando un motore.
Legambiente, Fiab e Cittainbici, sono rimasti soddisfatti per il successo dell’iniziativa, e hanno rivolto un appello a favore dei ciclisti urbani, in cui richiedono l’adozione di misure a favore della bicicletta:
Nelle città dove s’investe sulla ciclabilità e la sicurezza è possibile ottenere risultati straordinari come quelli delle città vincitrici: un segnale importante per gli amministratori che hanno il compito di ridisegnare la mobilità urbana e che possono, favorendo l’uso delle bicicletta, liberare le nostre città da ingorghi e inquinamento. Le città medio-piccole si prestano molto di più ad alcune operazioni di limitazione del traffico ma la volontà politica di chi amministra è determinante. Nella Capitale ad esempio i provvedimenti in favore della ciclabilità sono ancora insufficienti.
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