Si avvicina il primo anniversario dell’incidente di Fukushima e Greenpeace sta cercando di mantenere desta l’attenzione sull’evento con una mappa delle centrali nucleari.
Collegandosi con il proprio account Facebook è possibile vedere dove sono i nostri amici in rapporto ai reattori, e capire quindi quale sia il loro livello di esposizione al rischio nucleare. Magari loro non saranno qualcuno dei milioni di persone che si vedrebbero costretti ad evacuare, perdendo tutto quello che hanno, in caso di catastrofe nucleare, perché si trovano a una ventina di chilometri da una centrale.
E le centrali non sono lontante dall’Italia. Quella di Tricastin si trova a poco più di 200 chilometri dal confine italiano, nella Provenza: nel 2008 causò la fuoriuscita di 30.000 litri di acqua radioattiva che si è riversata nei fiumi vicini.
Più di trecentomila persone si trovano in un raggio di 30 km dall’impianto – per intenderci la zona di sicurezza che è stata evacuata a Fukushima. Una popolazione che diventa di quasi due milioni se si allarga il raggio a 75 km, una distanza che potrebbe venire evacuata in caso di una combinazione di venti sfavorevole – sempre che ci sia un disastro nucleare.
A Mueheberg, in Svizzera, – è una centrale vecchiotta, con i suoi quarant’anni di vita – nel raggio di trenta chilometri dall’impianto vivono 890.000 persone. L’età dei reattori è uno di quei fattori che possono servire per stabilire i reattori più a rischio.
Altri indici di rischio sono rappresentati dall’assenza di un secondo guscio di contenimento, o l’essere stato teatro di tanti incidenti, oppure di diversi fermi dovuti a disfunzioni. Tutti dati presenti nella mappa che troverete cliccando sul secondo link.
E pensate che abbiamo rischiato di avere altre Chernobyl e Fukushima: sei anni fa uno dei reattori della centrale nucleare di Forsmark – in Svezia – ha rischiato di arrivare alla fusione del nocciolo per un guasto ai sistemi di sicurezza dovuto ad un semplice blackout.
Identikit delle centrali nucleari europee