L’ortica è una delle piante da cui bisogna stare alla larga proprio per le sue capacità urticanti e forse nessuno avrebbe mai pensato che si tratta, invece, di materiale ottimo per creare tessuti assolutamente ecologici. La scoperta e la lavorazione dell’ortica potrebbero segnare una svolta nel mondo dell’abbigliamento e renderlo più green.
La fibra dell’ortica, infatti, è molto simile a quella del lino ed offre capacità traspiranti, antistatiche e termoregolatrici, insomma tutto quello che serve per ottenere un tessuto che sia anche confortevole, oltre che ecologico. Quando si deve produrre il tessuto, quindi, bisogna raccogliere gli steli, per poi lasciarli a macerare in acqua e distruggere quelle sostanze che tengono insieme le fibre, per separarle successivamente dalle parti legnose e poi filarle e tesserle.
In realtà la scoperta del tessuto d’ortica non è così recente, infatti la utilizzavano anche nelle armate di Napoleone per le uniformi e durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale veniva utilizzata come sostituto del cotone. Oggi, questo utilizzo potrebbe tornare nuovamente “in voga”, anche se in Italia gli studi non sono molto avanti sotto questo aspetto. In Germania e in Olanda ci sono già diverse fabbriche che producono questo tessuto, mentre nel nostro Paese il progetto è sfumato.
A Firenze, infatti, nel 2007 era iniziato uno studio che però poi non è più proseguito a causa dei costi elevati che comportava. Tuttavia a Bologna sono conservate alcune di queste piante, che potrebbero servire per coltivazioni future. In ogni caso, l’Italia nel campo della ricerca scientifica rimane sempre un passo indietro rispetto agli altri Paesi europei. E dire che un tempo le stoffe più pregiate partivano proprio da Firenze… La ricercatrice Laura Bacci ha spiegato:
La siccità estiva del centro Italia ha comportato interventi irrigui rilevanti. Con difficoltà tecniche ed elevati costi di produzione. Inoltre, la possibilità di produrre a livello industriale e poi commerciare tessuti in ortica, dipende da privati disposti a investire nella fase di estrazione della fibra, vero collo di bottiglia.
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