Orsi torturati negli allevamenti: gli animalisti cinesi in protesta

di Redazione 304 views3

Da moltissimo tempo, troppo, la Cina porta avanti un’orribile tradizione che, anno dopo anno, vede morire moltissimi orsi dopo lunghi periodi di torture ed agonia, senza che nessuno muova un dito. Le proteste si sono sparse per tutto il mondo, ma il Governo Cinese sembrava essere ancora restìo di fronte ad ogni forma di cambiamento, anche se pare che le cose adesso potranno iniziare a cambiare.

L’estrazione della bile degli orsi in Cina è una pratica ben consolidata, che trova anche largo consenso, poiché si ritiene il succo della cistifellea sia un farmaco molto potente, ma per essere estratto richiede l’operazione sull’animale vivo, che viene così sottoposto a pratiche terribili ed infinite sofferenze.

Anche se ancora oggi in Cina vengono mangiati molti animali, tra cui cani, gatti e specie protette, alcune associazioni animaliste hanno iniziato a far sentire la loro voce ed anche gli orsi rientrano in questa causa. Al centro del mirino è finita soprattutto l’azienda farmaceutica Guizhentang, la prima a produrre la bile di orso, con circa 500 animali in allevamento che quotidianamente subiscono torture. L’azienda punta addirittura ad incrementare il numero di animali presente ma l’opinione pubblica inizia a risentirne e a protestare.

L’azienda ha deciso di difendersi dalle accuse permettendo a dei giornalisti un giro all’interno dei laboratori e i risultati sono stati davvero inquietanti. I giornalisti non hanno avuto modo di trascorrere molto tempo nei laboratori nè di fare domande, ma qualcuno è riuscito a girare un video clandestinamente e mostrare l’orrore di quel che avviene: un orso rinchiuso in un gabbia talmente piccola da non permettergli di muoversi, ed un tubo conficcato nella cistifellea per prelevare la bile. La Guizhentang continua a sostenere che il processo sia indolore, ma è evidente che gli animali non sono nemmeno in grado di muoversi, soffrono la fame e vivono in condizioni disastrose, muoiono dopo poche settimane, i comitati che si sono formati in questi giorni chiedono al Governo la chiusura di queste fabbriche e sembra che la Cina finalmente abbia iniziato a muoversi in questa direzione, iniziando a diminuire il commercio di animali protetti soltanto perché parti del loro corpo sono considerate portentose dalla tradizione medica cinese.

Photo Credits | Thinkstock

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