In questi giorni l’Italia, e non solo, deve fare i conti con un’ondata di freddo polare che sta causando non pochi disagi. Il motivo di tutto questo gelo, paradossalmente deriva dal troppo caldo che è arrivato l’estate scorsa ed ha causato a sua volta lo scioglimento dei ghiacciai, avvenuto a tempo record, che ha modificato la circolazione atmosferica artica.
A rivelarlo è l’Istituto Wegener dell’Associazione Helmholtz, secondo lo studio condotto tutto parte dal ghiaccio artico, che riflette sull’atmosfera buona parte della luce solare che assorbe. Quando la banchisa si scioglie, l’oceano si riscalda e continua ad assorbire molto più calore, soprattutto perché ancor più scuro del ghiaccio. A causa dello strato molto spesso di ghiaccio, non c’è nemmeno la possibilità che il calore finito nell’oceano possa essere rilasciato nell’atmosfera, l’oceano diventa più caldo di questa e di conseguenza l’aria si riscalda notevolmente, la colonna atmosferica ne risente e finisce per essere alterata.
Quando la differenza di pressione tra l’Artico e le medie latitudini è bassa, le masse artiche gelate non vengono bloccate dai venti occidentali e ci ritroviamo a dover affrontare inverni estremamente freddi. Il forte riscaldamento estivo, quindi, oltre a provocare lo scioglimento rapido dei ghiacciai, ha come conseguenza gelidi inverni.
Per quanto riguarda l’Italia, le temperature di quest’anno hanno provocato danni e disagi da Nord a Sud, ben quattro regioni sono i blackout, Roma è andata completamente in tilt. I treni portano ritardi improponibili, sono stati diversi i morti, soprattutto i senzatetto, vittime del gelo, nonostante i posti che i comuni si sono preoccupati di mettere a disposizione di chi ne avesse bisogno. La morsa di gelo durerà ancora per qualche giorno, l’Italia inoltre riceverà dalla Russia il 30% in meno di gas dalla Gazprom, l’emergenza gelo ha coinvolto l’intera Europa, pertanto le richieste sono aumentate e l’azienda non è in grado di soddisfarle tutte, in base a quanto dichiarato nel comunicato ufficiale.
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