Bacino del Congo: un documentario mostra i danni dello sfruttamento forestale

di Redazione 131 views0


Déforestation durable di Laboitecarree

Lo sfruttamento forestale francese nel bacino del Congo, la seconda più grande foresta tropicale umida al mondo, provoca danni rilevanti mostrati in un documentario realizzato dall’associazione ambientalista Friends of the Earth – ovvero gli Amici della Terra – durante una missione condotta in diversi siti di del Camerun e del Congo per raccontare

la faccia nascosta dello sfruttamento forestale

rappresentato da società francesi a noi sconosciute come Pallisco e Rougier.

E’una specificità della cooperazione francese di concentrarsi sul bacino del Congo e sull’appoggio a questi industriali, per i quali creano impieghi e sviluppo
indica Sylvain Angerand all’agenzia di stampa France Presse. Quando arrivano le industrie del legno, creano delle strade, installano delle pompe per l’acqua, aprono dei dispensari, delle scuole, se non arrivano a costruire delle case, grazie ai doni e ai prestiti forniti dalla cooperazione francese.

Vengono versate delle compensazioni per lo sfruttamento della foresta. Ma, a causa della corruzione, gli abitanti non vedono il becco di un quattrino. Il problema è che una volta che la foresta è stata spogliata degli alberi più preziosi, le industrie vanno da un’altra parte. E così nessuno si occupa più della strada, dell’elettricità o dei pozzi d’acqua…

Sono dei villaggi fantasma

dice Sylvain Angerand.

Le foreste sono spogliate dalle principali essenze commerciali che

sono anche a forte valore culturale, alimentare e medicinale

sottolinea Samuel N’guiffo – di Amici della Terra Camerun. I vecchi alberi, i più grossi, sono difficili da rimpiazzare. E una volta che le industrie del legno partono, e

la popolazione ritorna ad un livello di vita inferiore, a quello che era prima dello sfruttamento

aggiunge.

E’ una situazione umana difficile da gestire
riconosce Michel Rougeron, direttore della Pallisco.
Per Samuel N’giuffo

La questione principale è quella di stabilire a chi appartiene la foresta.

Le comunità pensino che sia loro, ma lo Stato la percepisce essenzialmente come una risorsa economica che deve generare dei redditi.

Una soluzione, per Sylvain Angerand, sarebbe quella di lottare contro la corruzione
e soprattutto di rafforzare i diritti delle comunità. Bisognere sviluppare la proprietà comunitaria della foresta e quindi farla gestire dalle comunità che vi dipendono direttamente.

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