Tra il 1964 ed il 1992 la Texaco – finita poi in pancia alla Chevron – ha rilasciato circa 80 miliardi di metri cubi di rifiuti tossici e scarti di petrolio nei fiumi della foresta ecuadoriana.
Ora la Chevron è chiamata a pagare il conto, perché dovrà pagare – secondo una corte dell’Ecuador – nove miliardi di dollari che diventeranno il doppio se l’impresa non chiederà pubblicamente scusa.
In questi giorni i giudici di appello hanno confermato la multa comminata in primo grado. Ora il gioco si fa duro, da una parte la multinazionale statunitense afferma che il paese latinoamericano non è uno stato di diritto, mentre il comitato vittime deve impegnarsi a far diventare questa sentenza esecutiva.