Filmati nella jungla 35 esemplari di rinoceronte di Giava

di Redazione 372 views0

Delle camere nascoste nella giungla dell’isola indonesiana di Giava hanno registrato le immagini di 35 rinoceronti di Giava, una delle tre specie di rinoceronti asiatici – tutti sull’orlo dell’estinzione – (le altre sono il rinoceronte indiano e quello di Sumatra, l’unico con il corpo ricoperto parzialmente di peli).

Delle camere hanno registrato le immagini di 22 maschi e 13 femmine di rinoceronte. I cinque cuccioli erano quattro maschi e una femmina

ha dichiarato all’Agenzia di stampa AFP Bambang Novianto, direttore della protezione della biodiversità al ministero della Foresta.

Il ministero aveva installato 44 telecamere ad infrarossi tra il mese di gennaio e quello di ottobre nel parco nazionale di Ujung Kulon, nelle propaggini occidentali dell’isola di Giava. L’unico luogo in cui sembrano essere ancora presenti degli esemplari di questa specie – fino a pochi anni fa era presente un piccolo nucleo nella Riserva Naturale di Cat Loc in Viet Nam ma sembra ora scomparso.

La presenza di cinque piccoli

mostra che la popolazione continua a svilupparsi

ma lo squilibrio dei sessi potrebbe mettere in pericolo questa specie minacciata, ha aggiunto il responsabile.

Ci sono più maschi che femmine. Temiamo che questo porterà a lotte feroci tra i maschi per conquista di un partner, che potrebbe concluersi con la morte di uno o più rinoceronti

ha aggiunto.

E questo è solo uno dei tanti rischi che corrono gli animali in estinzione quando il loro habitat è limitato. Basterebbe uno tsunami, un’epidemia, un alluvione, o un altro evento equivalente di portata limitata per fare scomparire questa specie dalla faccia della Terra.

Per sostenere gli sforzi di protezione del rinoceronte di Giava, il ministero della Foresta indonesiano ha creato un santuario per la riproduzione di questo animale: ha un’ampiezza di 38.000 ettari, all’interno del parco nazionale di 122.000 ettari, ha precisato Bambang Novianto.

Il declino dei rinoceronti è dovuto principalmente all’eccessiva richiesta del corno dell’animale.

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