Il cocco può sostituire i derivati del petrolio? Le nuove iniziative Ford

di Redazione 100 views0

Ecocompatibilità: negli anni questa parola ha iniziato ad acquisire sempre più importanza. La tecnologia ha compiuto passi da gigante in questo senso ed oggi la nostra attenzione ricade soprattutto sulle autovetture, aumentano sempre più le auto elettriche, ma nuove soluzioni sono in arrivo per quanto riguarda i materiali di costruzione, provenienti dal riciclaggio e biodegradabili.

Ford è un esempio di progesso in tal senso, infatti negli ultimi anni ha sviluppato prodotti a basso impatto, sostituendo materiali nocivi con materiali a base di semi di soia o filamenti di paglia e frumento o resine riciclati. Le soluzioni, quindi, non mancano, e tra i nuovi progetti di ricerca rientra la sperimentazione della fibra di cocco, che Ford sta portando avanti insieme Scott Miracle Gro-Company. La fibra di cocco in futuro potrebbe rivelarsi un ottimo materiale per la produzione di alcune parti dei veicoli che normalmente sono in plastica e quindi derivati del petrolio.

La suddetta azienda è ormai esperta in lavorazione delle fibre di cocco, che ogni anno utilizza in grandi quantità (circa 3500 tonnellate) per la manutenzione dei parchi e dei giardini: le fibre danno vita ad un particolare terriccio in grado di trattenere il 50% dell’acqua in più rispetto a quello normale e la rilasciano poi gradualmente, a seconda della necessità delle piante. La Ford, invece, andrà ad “accaparrarsi” tutti i gusci di cocco che verranno scartati perché inadatti per creare il terriccio, in modo tale da lavorarli e renderli buoni per quelle componenti che altrimenti sarebbero in plastica e richiederebbero un lavoro che a sua volta tira in ballo materiali nocivi per l’ambiente. I vantaggi delle fibre di cocco sono molteplici: sono, infatti, molto più leggere rispetto ad altri materiali, quindi riducono anche i consumi del veicolo stesso, che si ritrova di gran lunga alleggerito.

C’è da guardare a questo progetto con molto interesse, i vantaggi vanno in entrambe le direzioni: ci guadagnano le aziende, ma anche l’ambiente, che non è un elemento da tralasciare ed in questi anni ce ne stiamo rendendo realmente conto.

Photo Credits | Thinkstock

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