Coltivare a New york

di Redazione 107 views0

Oggi vi proponiamo un documentario apparso su Euronews – purtroppo è in francese. Si parla degli orti urbani in una megalopoli come New York.

Si parte con un immagine molto forte: un orto biologico che domina Manhattan. Si trova quindici metri al di sopra del quartiere di Greenpoint, a Brooklyn.

Il campo su un tetto di Eagle Street è un’esperienza nata due anni fa: ed è già arrivata a commercializzare i suoi prodotti: frutta e verdura come carote – anche se lo strato di terreno è sottile -, pomodori e melanzane.

L’idea di riempire quello che prima era stato uno spazio vuoto di 750 metri quadrati fa parte di
un movimento che – come ci racconta Patrick Martins, il co-fondatore dell’Heritage Foods USA –

pensa sia necessario produrre per l’auto –consumo… E che bisogna distaccarsi al massimo dal sistema. È un modo sovversivo di portare frutta e verdura ai cittadini.

E che sia un movimento lo si capisce osservando che non bisogna attraversare la città per trovare un altro orto sul tetto. Il Brooklyn Grange, nel quartiere del Queens, distribuisce i suoi prodotti nei ristoranti vicini – così come agli abitanti del quartiere. E per chiudere il cerchio c’è sempre il mercato di Bushwick, che conclude la stagione delle raccolte e segna la fine dell’anno.

Un altro punto di incontro – gli orti diventano poli di aggregazione dove tutti aiutano a coltivare la terra – sono i ristoranti: come Roberta’s. Un locale diventato molto popolare anche grazie al suo orto biologico.

Per crescere questa rete ha bisogno di un mezzo efficace per comunicare: la radio. Dai locali di servizio di Roberta’s trasmette l’Heritage Radio Network

La sintesi dell’esperienza può essere lasciata a Patrick martins:

Gli orti sui tetti sono una buona sintesi di un lavoro collettivo. Il creatore del movimento Slow Food Carlo Petrini mi ha insegnato che il miglior luogo per ritrovarsi è un piccolo ristorante familiare. Carlo Petrini crede in tutte le cose che sono buone, pulite ed eque. E grazie alla nostra radio possiamo diffondere questa idea.

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