Sarà capitato a tutti, almeno una volta nella vita di pensare a quanta acqua consuma al giorno: la doccia, lo sciacquone, la lavatrice, lavare i denti o l’auto, l’acqua della pasta… Ovviamente il consumo dell’acqua non è legato solo alle nostre azioni. Docciamo considerare anche l’impatto della produzione di beni e servizi.
Il water footprint – l’impronta idrica – è un indicatore sintetico che viene utilizzato per quantificare il volume di acqua necessario per la produzione di beni e servizi, di un individuo o di una collettività. Questo indicatore è stato usato per la prima volta nel 2002 da Arjen Hoekstra un professore universitario olandese che si occupava di gestione delle acque.
Riassumere il consumo di acqua in un dato ci ha permesso di scoprire, per esempio, che servono 15.000 litri d’acqua per un chilo di carne bovina, mentre ne bastano 300 per produrre un bicchiere di birra. Per avere un’idea del nostro consumo di acqua – o quello di altri prodotti – si può visitare il sito dell’impronta idrica. Al suo interno potrete trovare anche un calcolatore di impronta – il Water Footprint Calculator – disponibile in due versioni, Quick ed Extended. C’è ovviamente anche un App da scarica sul proprio iPhone: si chiama Waterprint ed è in grado di misurare in ogni momento il nostro consumo idrico.
Il risparmio idrico ci coinvolge tutti, singoli cittadini, aziende e paesi. Di que:sto ovviamente se n’è resa conto anche la Commissione Europea, che in uno studio relativo al potenziale idrico dell’Unione Europea afferma che nel nostro continente si potrebbe arrivare a ridurre i consumi idrici del 40% grazie all’uso di nuove tecnologie nell’industria, a significativi miglioramenti nelle tecniche di irrigazione nell’agricoltura, e ovviamente alla riduzione degli sprechi domestici. Secondo le misure dello studio, il consumo di acqua per fini personali si potrebbe ridurre del cinquanta per cento passando dagli attuali 150 litri ad ottanta.
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