Per Greenpeace le alluvioni sono il risultato del Global Warming

di Redazione 47 views0

Mi scuserete per la semplificazione del titolo. Le terribili scene viste pochi giorni fa nel Levante ligure si sono riviste ieri a Genova. Quali le cause? ha dichiarato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace

E’ certo che ci sono molte cause per la violenza dei fenomeni meteo che stanno colpendo il nostro Paese, e che ve ne sono altrettante per i danni e le vittime che producono, compresi il dissesto idrogeologico e la gestione del territorio.


La complessità della situazione non impedisce di fare alcune osservazioni:

Questi eventi sono sempre più frequenti e intensi e che, come ha ricordato il presidente Napolitano, sono la conseguenza dei cambiamenti climatici prodotti dall’uomo.

Insomma il riscaldamento climatico non riguarda solo gli orsi polari o qualche povero abitante di qualche sperduta isoletta in qualche arcipelago dall’altra parte del mondo.

In Italia si sta assistendo ad una diminuzione media delle precipitazioni piovose associato a una desertificazione progressiva – soprattutto al Sud – e la riduzione delle dimensioni dei ghiacciai.

E a questi fenomeni si associa un aumento degli eventi climatici estremi. Secondo uno studio apparso su Nature le emissioni di gas ad effetto serra hanno fatto aumentare dei 2/3 le precipitazioni più violente nell’emisfero nord.

Gli eventi meteo estremi in tutto il mondo degli ultimi sei anni, sono costati, secondo il gruppo Munich RE, tra i 50 e i 100 miliardi di dollari l’anno. E hanno causato tra gli 8.000 e gli 80.000 morti l’anno.

Parlare delle cause che hanno scatenato i tragici fatti e chiamare in causa i cambiamenti climatici, vuol dire chiedere alla politica e al mondo economico di assumersi delle responsabilità

per garantire un futuro dove a farla da padrone non sia il caos climatico.

Come rileva Andrea Boraschi

In tal senso il governo italiano è del tutto latitante, anche in vista della prossima conferenza di Durban, dove si deciderà del futuro del protocollo di Kyoto: l’Italia gioca costantemente una partita di retroguardia nel contrasto ai cambiamenti climatici, anche in sede europea dove l’indifferenza della nostra classe politica a questi problemi è risaputa.

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