L’Italia è un paese ricco d’acqua, con una disponibilità annua d’acqua teorica di 155 miliardi di metri cubi d’acqua – 2.700 a testa.
L’acqua effettivamente utilizzabile per tutti gli usi antropici è in realtà molto inferiore, e si stima sia pari a 42 miliardi di metri cubi.
Questo valore equivale a poco più di 2.000 litri pro capite al giorno. Anche se abbiamo tutta l’acqua che ci serve per soddisfare i nostri bisogni, non si possono giustificare tutti gli sprechi che ogni giorno vengono compiuti nel nostro paese.
Si potrebbe arrivare a risparmiare l’equivalente di una somma superiore ai 17 miliardi di euro in trent’anni se facessimo attenzione ai nostri consumi d’acqua.
Il settore dove sarebbe possibile fare maggiore economie è l’agricoltura, visto che questo settore rappresenta la metà dei nostri consumi di acqua dolce – mentre spesso viene attribuita troppa importanza ai consumi domestici, che invece pesano meno anche degli usi industriali dell’acqua.
I passaggi per evitare degli sprechi idrici sono abbastanza semplici. Si potrebbe partire da un miglioramente della rete distributiva, oggi decisamente insufficiente perché genera sprechi e perdite che in Lo spreco idrico italiano si deve in gran parte ad una rete di distribuzione evidentemente inadeguata, con chilometri di tubazioni soggetti a perdite.
Si parla di una media nazionale di perdite per l’Italia pari al 40% dell’acqua prelevata – con punte che possono arrivare anche all’80%. La cosa più bizzarra è che la maggior parte degli sprechi avvengono quando l’acqua si avvicina ai contatori.
Quindi le soluzioni devono passare per forza attraverso un rimodernamento delle infrastrutture a cui bisogna aggiungere lo sviluppo di nuove techniche di irrigazione – ovviamente più efficienti -. In questo senso l’utilizzazione estensiva di sistemi di irrigazione goccia a goccia permetterebbe di realizzare significativi risparmi.
L’agricoltura e l’industria potrebbero avere un impatto significativo sui risparmi di risorse idriche riducendo i loro scarichi di sostanze inquinanti. Basta pensare a tutte le sostenza chimiche utilizzate in agricoltura per fertilizzare il terreno che hanno finito per inquinare le falde.
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