Dei ricercatori del laboratorio nazionale Lawrence Berkeley, legato all’Università della California, hanno avuto l’idea di combinare il CO2 e la geotermia con l’obiettivo di produrre energia pulita.
Una volta captato nell’aria, il CO2 deve essere iniettato a tre chilometri di profondità nel suolo. A questa profondità, il biossido di carbonio ha una temperatura di 125° C, facendo diventare il CO2 un fluido supercritico.
In seguito il biossido deve essere riportato alla superficie e piazzato in una turbina che lo trasformi in elettricità. Questo processo è attualmente testato nel Mississippi e permetterebbe di trasformare il CO2 in fonte d’energia rinnovabile.
Questa tecnologia offrirebbe delle nuove prospettive alla geotermia e diminuirebbe considerevolmente il costo dello stoccaggio del biossido di carbonio, senza contare la rivoluzione che consisterebbe nell’utilizzare il CO2 per produrre elettricità.