Non so se la conoscete già ma un’azienda italiana l’Estrima, produce dal 2009 il primo quadriciclo elettrico italiano – si chiama Birò.
Anche se le cifre sono ancora piccole – l’azienda ha avuto nel 2010 un fatturato di 2 milioni di euro – si può già parlare di una scelta di successo, visto che l’azienda italiana è arrivata ad esportare il suo prodotto in quindici paesi – e dall’estero proviene circa un terzo del suo fatturato.
Un piccolo successo determinato anche dalle caratteristiche – credo abbastanza indovinate – del mezzo: 174 cm di lunghezza, 103 di larghezza, i suoi due motori da 48V permettono di percorrere fino a 70 chilometri prima di aver bisogno di una ricarica – che avviene in massimo nove ore. Questo scooter ha due posti e può essere guidato anche da ragazzi di 14 anni con il patentino del motorino – anche perché può raggiungere al massimo i 45 chilometri orari. Ultima annotazione: il veicolo ha due portabagagli piccolini con una portata di 40 litri.
In questi giorni l’offerta ecologica si sta ampliando, visto che accanto a queste minivetture elettriche, grazie ad una collaborazione con l’azienda specializzata Giulio Barbieri, è ora possibile acquistare anche una pensilina completa di pannelli fotovoltaici.
Le due aziende hanno pensato di offrire una formula – chiamata Stop, charge and go – composta dalla stazione di ricarica ad energia solare e da due Birò. Il prezzo ovviamente non è dei più economici: si parla di 29.990 euro più IVA – ovvero circa 36.000 euro – installazione compresa.
Ovviamente questo tipo di offerta è pensata per enti pubblici e il mondo dell’industria – specie quella verde – in genere. La centrale di ricarica è costruita in alluminio e non ha bisogno di scavi di fondazione. Non ha bisogno di manutenzioni periodiche e può essere collegata alla rete elettrica per permettere di ricaricare i Birò anche quando manca il sole per qualche giorno.
La stazione di ricarica è modulabile, perché può anche servire da Internet point, da struttura per le telecamere di sicurezza, e può persino affiancare una piccola turbina eolica che contribuisce a ricaricare le batterie 24 ore su 24. Last but not least: sia la pensilina che i mezzi elettrici possono riportare in bella evidenza delle grafiche pubblicitarie.
Denis 19 Agosto 2011 il 13:36
Ottimo articolo pubblcitario, ma niente di nuovo al sole: un mezzo costoso, limitato ed anche brutto affiancato ad un sistema a basso rendimento, estremamente costoso : la pensilina fotovoltaica, con il suo rendimento del 18% ed i costi ambientali legati alla sua fabbricazione è una pessima scelta se non per “pulirsi la coscienza”.
Amen!