Con la bella stagione torna la minaccia dei “parassiti killer”, ovvero tutti quei parassiti provenienti dall’Europa ma anche da ben più lontano, che costituiscono una minaccia biologica per le specie autoctone: le specie più colpite sono palme, pini marittimi, castagni, faggi, frassini e ciliegi. L’insetto più temibile per la flora locale è sempre lui, il tarlo asiatico, capace di popolare e cibarsi di più di cinquanta specie di alberi nostrani. Ma anche il punteruolo rosso è una delle specie più temibili per la fauna delle isole italiane, specialmente per le palme; ed il cinipede del castagno, che attacca gli alberi da frutto. Che dire poi del nematode del legno del pino, che attacca le pinete mediterranee?
ANIMALI “CATTIVI”?
Di per sé questi insetti e parassiti non sono particolarmente dannosi, quindi non è giusto stigmatizzarli: semplicemente, non trovandosi più nel loro ambiente naturale ma in contesti ecologici diversi, quando questi insetti si insediano non trovano più i loro concorrenti/predatori naturali, e dunque possono moltiplicarsi senza controllo e creare colonie che finiscono per uccidere le piante sulle quali si stabiliscono.
COME RISTABILIRE L’EQUILIBRIO ECOLOGICO
Inutile dunque lottare contro questi parassiti a suon di diserbanti e pesticidi, che finiscono solo per danneggiare ulteriormente l’ambiente (e le stesse piante)… il modo più logico per fermare queste invasioni è importare anche in Italia gli animali concorrenti di questi parassiti e ristabilire gli equilibri della normale lotta biologica.