E infine il cantiere è stato aperto. Il bilancio degli scontri è da guerriglia: 28 agenti feriti, 4 manifestanti contusi, molti intossicati a causa dei fumogeni. Le forze dell’ordine si sono schierate all’alba per aprire i cordini dei protestanti, smantellando il presidio degli attivisti che si erano accampati nei boschi della Maddalena di Chiomonte per bloccare l’inizio dei lavori.
E, dopo gli scontri, i No Tav fanno sapere che hanno perso solo quella che considerano una prima battaglia, perché la guerra sarà ancora lunga. Roberto Cota, Presidente del Piemonte, non ha perso tempo a chiamarli “facinorosi”, ma loro non ci stanno: hanno reagito alle cariche di Polizia, Guardia di Finanza e Carabinieri lanciando pietre e rami d’albero, e sono stati fatti arretrare a suon di lacrimogeni.
GLI SCIOPERI SPONTANEI
Nel frattempo, però, la protesta continua in modo pacifico, con scioperi spontanei che oggi stanno interessando tutta la vallata: L’USB ha già proclamato lo sciopero generale in tutti i comuni che saranno idealmente attraversati dalla tratta Torino-Lione, mentre i No Tav si stanno organizzando a Bussoleno.
LA DIFFIDA AL MINISTERO
E anche dal punto di vista del diritto i No Tav non stanno con le mani in mano: il pool di avvocati che ha deciso di difendere la causa dei No Tav hanno già presentato dei ricorsi al Tar del Piemonte e al Tar del Lazio, ed in più la notte scorsa hanno presentato diffida nei confronti del Ministero dell’Interno, presentata anche alla Prefettura di Torino. Molti dei terreni interessati dai lavoro per la Tav, infatti, sono di proprietà privata o in concessione comunale a scopo di svolgimento di manifestazioni culturali. “Inopportuno”, quindi, l’intervento delle forze dell’ordine, che secondo i legali sarebbero state impiegate in modo illegittimo contro i cittadini.