L’ecologia ha molte facce, e non sempre riflette le più ferme convinzioni ambientali, ma a volte anche il motivo “futile” produce buoni risultati…
Sembra essere così per la Regina Elisabetta, che si è recentemente pronunciata contro la Tav Londra-Birmingham (il progetto prevede di poter collegare le due capitali con un tempo di percorrenza di soli 49 minuti). Le preoccupazioni reali non vanno tanto sull’impatto ambientale della traccia ad alta velocità, quanto piuttosto su una cosa a lei tanto cara: le esibizioni equestri della British Equestrian Federation, che si trova dentro alla splendida oasi del Stoneleigh Park, nel Warwickshire. Qui ogni anno si tiene il Royal Show con i cavalli della rinomata scuderia reale, oltre a più di 200 eventi equestri che attirano turisti e mantengono il prestigio della tradizione equestre della famiglia reale britannica.
GLI EFFETTI DELLA TAV
Il percorso della Tav Londra-Birmingham prevede che i binari passino attraverso lo Stoneleigh Park, andando a finire a poche centinaia di metri dall’accademia equestre. E la regina si preoccupa: e se i cavalli si spaventassero al passaggio – a poca distanza – di treni che sfrecciano a 400km/h durante le gare? Già si prefigura un disastro tra cavalieri disarcionati e cavalli imbizzarriti durante le manifestazioni e gli spettacoli.
Come se non bastasse, un po’ più in là, la Tav si accanisce sulla famiglia reale andando a sfiorare anche il castello dei Rothschild, nel Buckinghamshire, che verrebbe a trovarsi ad appena un chilometro e mezzo dal tracciato.
LA TAV NON S’HA DA FARE
Insomma, questa Tav è veramente molesta ed anti-monarchica. Basti pensare che anche il tracciato alternativo previsto dal progetto, andrebbe a disturbare la famiglia reale. Quest’ultima passerebbe infatti vicino alle stalle dell’Horse Trust nei Chilters, una fondazione dove vengono mandati in pensione i vecchi cavalli delle parate reali, alle quali Elisabetta è particolarmente legata.
LA QUARTA EPOCA DEI TRASPORTI
D’altro canto ci sono i sostenitori del progetto, che dovrebbe collegare anche l’aeroporto di Heathrow ed andrebbe poi ampliata fino a Edimburgo e Glasgow: quella che viene definita la “quarta epoca dei trasporti”, dopo i canali nel Settecento, le ferrovie dell’Ottocento e le autostrade del Novecento.
Che siano proprio i cavalli a fermare l’avveneristico futuro britannico?