Quando mangiano di tutto

di Redazione 61 views0

 «Ha mangiato l’elefantino, dottore, l’elefantino di stoffa!». Il vivacissimo cucciolone non pareva manifestare sofferenza e la situazione non mi sembrava drammatica, ma la signora seguitò: «Io faccio la sarta, sull’elefantino infilo aghi e spilli, si è mangiato pure quelli!». «Ohibò, allora è diverso», e in effetti sulla lastra radiografica facevano bella mostra di se una ventina fra aghi e spilli ben distribuiti lungo il canale intestinale. Pochi giorni fa mi è capitato di vedere in tv un signore dallo stomaco di ferro che ingeriva vetri, chiodi ed altri oggetti poco commestibili. I nostri amici animali non sono certo da meno; anche quelli spesso ingurgitano di tutto e neppure per ottenere un record da inserire nel guinness dei primati.

Soggetti decisamente recidivi
A parte gli struzzi che sono i campioni mondiali indiscussi nella ingestione di chiodi, pietre, fili di ferro ed altri oggetti, anche cani, gatti, bovini, furetti, tartarughe non scherzano e sono certo che tutti i miei colleghi potrebbero citare un’infinità di esempi. Devo dire che ci sono soggetti decisamente recidivi, ricordo un cane operato ben quattro volte a causa del vizietto di trangugiare i sassi ed era disarmante l’aria contrita del povero proprietario che, quando si sentiva dire «cerchi di toglierglieli dalla bocca», rispondeva: «È proprio quando cerco di levarglieli che li ingoia!».

Cosa accadde al cane
Eccezionali mangiatori di corpi estranei sono anche i furetti, che hanno l’insana passione per i giocattolini di plastica per bambini e per i pezzetti di gomma e spugna; non da meno sono le tartarughe palustri che sembrano trovare irresistibile la ghiaia che talvolta, in modo inopportuno, si mette sul fondo dei paludari. Ma forse siete curiosi di sapere cosa accadde al cane che, come un fachiro, aveva allegramente sbocconcellato l’elefantino con i venti aghi? Con grande soddisfazione mia e forse un po’ meno della proprietaria, costretta a visionare con cura le feci del suo beniamino, li eliminò attraverso la via più naturale e solo per gli ultimi due fu necessario l’ausilio di una pinzetta per superare l’ostacolo finale.
Un articolo di cesare Pierbattisti, Presidente dell’Ordine dei Veterinari di Torino
Fonte: La Zampa

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