Apoteca Natura: In 500 farmacie test gratuiti sulla qualità del Sonno

di Redazione 218 views2

 L’insonnia è un problema sempre più diffuso, sono 12 milioni gli italiani che soffrono di insonnia o di disturbi correlati. Non si tratta di un problema passeggero ma di un fenomeno con caratteristiche di cronicità: il 67% degli insonni ne soffre da più di un anno e l’80% ne avverte le ripercussioni durante il giorno con varie manifestazioni: tensione nervosa, irritabilità, segni di depressione, fino a difficoltà di concentrazione o di memoria. Le conseguenze possono riflettersi anche sullo stato di salute. Ad essere colpite maggiormente da questi disturbi sono le donne. Oltre il 25% dichiara infatti di avere difficoltà a dormire (Ricerca ad hoc Interactive 2010). Un rimedio per risolvere il problema dell’insonnia è fornito dall’uso di piante medicinali (fitoterapia) e da una dieta ben bilanciata.

Apoteca Natura
Per sensibilizzare le donne su questo problema le farmacie della rete Apoteca Natura effettueranno insieme a S.I.M.G. (Società Italiana Medicina Generale) e O.N.Da (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna) la campagna “Facciamo luce sul sonno delle donne”. L’iniziativa prevede attività di comunicazione e consiglio e test sulla qualità del sonno. Ogni martedì del mese (3–10–17–24–31 di Maggio 2011) sarà possibile effettuare nelle farmacie del network, previa prenotazione, un test gratuito sulla qualità del sonno sviluppato in collaborazione con S.I.M.G e O.N.Da.

Le piante medicinali (fitoterapia)
Scopo del test è valutare la qualità del sonno delle donne, evidenziando eventuali fattori di rischio (cosiddetti red flag) che permetteranno al farmacista di indirizzare prontamente e in via preventiva la persona dal medico. In tutti gli altri casi, il test servirà a evidenziare i principali parametri della qualità del sonno la cui alterazione, pur non sconfinando in una vera e propria patologia, può costituire comunque un disturbo rilevante per la persona. In questo ambito il ruolo del farmacista sarà di guidare la persona ad una auto medicazione consapevole, consigliando l’osservazione di semplici ma fondamentali regole di igiene del sonno e ricorrendo ove necessario e appropriato anche all’aiuto delle piante medicinali (fitoterapia).

Test in forma anonima
I dati raccolti attraverso i test, rigorosamente in forma anonima, saranno utilizzati a scopo di ricerca e pubblicazione.
Questa collaborazione risulta importante in quanto instaura tra medici SIMG e farmacisti Apoteca Natura, che integrano dove ritengono necessario, farmaci di medicina di sintesi e piante medicinali (fitoterapia), un rapporto professionale a vantaggio del cittadino/paziente. Infatti in base ai risultati del test messo a punto dalla SIMG il farmacista potrà svolgere una importante funzione di sensibilizzazione e di filtro, aiutando la persona a prendere atto del suo problema e a riconoscere le situazioni in cui è opportuno rivolgersi al medico.

Commenti (2)

  1. DISPOSITIVI MEDICI “A BASE VEGETALE” (FORMULATI CON PIANTE MEDICINALI).

    Un dispositivo medico di classe I (autocertificazione) è riconoscibile dalla semplice marcatura CE. Nel caso in cui il marchio CE è accompagnato da un numero di quattro cifre, si intende che il DM è certificato da un Organismo Notificato, identificato dal numero corrispondente (allegato VI D.Lgs. 46/1997 emendato col D.Lgs. 37/2010).

    Per commercializzare un farmaco da banco il titolare deve ottenere l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Questo medicinale può essere prescritto dal medico per portarlo in detrazione del 19% allegando lo scontrino fiscale. Il farmaco da banco può essere oggetto di pubblicità presso il pubblico.

    Alla tv, sui giornali ed in internet noto un proliferare di prodotti dichiarati “dispositivi medici” formulati con piante medicinali (sciroppi per la tosse, tavolette, gel e spray per il mal di gola, antiacidi per il bruciore e mal di stomaco – persino contenenti sodio bicarbonato, con la capacità di reagire con gli acidi! -, ecc.), che dovrebbero agire solo o prevalentemente per effetto meccanico/barriera.
    I prodotti ad uso locale, o sistemico, per la gola o per la tosse, come spray e sciroppi, contengono principi attivi che vanno incontro ad assorbimento. Pertanto, questi prodotti dovrebbero essere classificati all’interno della categoria dei farmaci, ad esempio OTC (farmaci da banco e di cui è possibile fare pubblicità).

    Questi “dispositivi medici a base vegetale”, se marcati CE, credo godano degli stessi benefici dei farmaci da banco: detrazione, pubblicità, ecc.

    Il produttore (non farmaceutico) può commercializzare col marchio CE i dispositivi medici di classe I con una semplice autocertificazione, ritengo:

    1) scansando le relative verifiche dell’AIFA sulla correttezza delle modalità di produzione (il farmaco da banco non può scansarle);

    2) non essendo così assoggettati alla sorveglianza di un organismo notificato (come lo sono invece i dispositivi medici di classe IIa, IIb e III);

    3) eludendo la normativa europea relativa ai medicinali vegetali tradizionali.

    Questo, a mio parere, è uno stratagemma e come consumatore non mi piace per niente.

  2. Si parla di antiacidi per il bruciore e mal di stomaco – contenenti SODIO BICARBONATO, con la capacità di REAGIRE con gli acidi dello stomaco.

    Allegato IX D.Lgs. 46/1997 emendato col D.Lgs. 37/2010:
    4. Regole speciali
    4.1. Regola 13

    Tutti i dispositivi che comprendono come parte integrante una sostanza la quale,
    qualora utilizzata separatamente, possa essere considerata un medicinale ai sensi
    dell’articolo 1 del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219 e che possa avere un
    effetto sul corpo umano con un’azione accessoria a quella del dispositivo, rientrano
    nella classe III.

    Questi “dispositivi medici a base vegetale”, se marcati CE, godono degli stessi benefici dei farmaci da banco: DETRAZIONE DEL 19%, pubblicità, ecc.

    Il produttore (non farmaceutico, in questo caso è una S.p.A. Società Agricola) può commercializzare col marchio CE i dispositivi medici di classe I con una semplice autocertificazione, ritengo:

    1) scansando le relative verifiche dell’AIFA (agenzia del farmaco) sulla correttezza delle modalità di produzione (il farmaco da banco non può scansarle);

    2) non essendo così assoggettati alla sorveglianza di un organismo notificato (come lo sono invece i dispositivi medici di classe IIa, IIb e III);

    3) eludendo la normativa europea relativa ai medicinali vegetali tradizionali.

    Questo, a mio parere, è uno stratagemma e come consumatore non mi piace per niente.

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