Ecosostenibilità, artigianato e bicicletta. Una miscela non esplosiva, ma verde al 100%, che vive tra le mura dell’ecosartoria a filo d’arte, un piccolissimo locale di due piani nella centralissima piazza San Silvestro di Roma. Una bottega nel cuore della capitale dove, quasi da un anno, il giovanissimo Diego Burroni e il suo amico Max Cirella cercano di trasmettere l’amore per la salute del pianeta conciliando il saper fare artigianale di Eva, Silvino originario di Capo Verde, Natalia e del maestro Antonio, con il rispetto per l’ambiente facendo le consegne rigorosamente in bicicletta ed usando materiali biocompatibili.
La moda può essere amica dell’ambiente
“Questa avventura -spiega a LABITALIA Diego Burroni- è nata con il mio socio e amico Max Cirella. Frequentando l’ambiente della moda abbiamo sentito l’esigenza di metterci in proprio e così abbiamo pensato ad aprire un’attività in centro. Max ha trovato un locale in disuso con vecchie cabine telefoniche e dopo innumerevoli pratiche burocratiche lo abbiamo preso“.
Riadattare i vecchi capi
“Così da noi si trova l’arte di riparare e riadattare i vecchi capi – continua – vendere o comprare un jeans o una borsa usati, utilizzare cotoni biologici e materiali naturali per le riparazioni e la confezione di capi di nostra produzione. Facciamo queste cose per sensibilizzare i nostri clienti al rispetto dell’ecosistema e i commercianti del centro alla raccolta differenziata“.
“La nostra passione – dice Diego Burroni – è l’amore per il pianeta e cresciuti in questo periodo storico in cui le cose non stanno andando molto bene, in termini di ecosostenibilità, abbiamo pensato a come fare sartoria senza inquinare“.
Bicicletta, canapa ed esperienza
“Da qui – ricorda – è nata l’idea di fare le consegne delle lavorazioni in bicicletta. Accantonata da subito l’ipotesi di usare la macchina, all’inquinamento del motorino abbiamo preferito i pedali della bici. E’ la stessa filosofia che ci fa utilizzare, per le riparazioni, solo prodotti biologici come le canape neutre e non tinte con componenti chimiche“. Ma tra le mura della bottega di Diego e Max oltre che di ambiente si parla anche di apprendistato grazie ad Antonio, over 70 capace di confezionare un vestito intero in pochissimo tempo. “Abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo -sottolinea Diego- un vero maestro del mestiere. Con lui il negozio è diventato subito sartoria“.
Rendere attraente un mestiere antico
“Faccio questo mestiere da sempre -aggiunge Antonio- da quando avevo sei anni. Se si ha la passione per la sartoria è inutile studiare sui libri, bisogna andare a bottega. Certo negli anni le cose sono cambiate. Purtroppo è sparito l’apprendistato e trovare un ragazzo o una ragazza che vengano ad imparare il mestiere è sempre piu’ difficile. Non ci sono contributi economici e l’idea di venire a lavorare da giovanissimi non attrae molto“.
Tupingimatangi 27 Aprile 2011 il 12:23
che bravi! noi per scoprirne i volti e le creazioni… intanto abbiamo scovato la loro pagina facebook! eccola: http://www.facebook.com/pages/LEcosartoria-a-filo-darte/110843938961041?sk=wall