La pesca industriale in Nuova Zelanda altera l’equilibrio dell’ecosistema della regione Antartica. Le maggiori testimonianze di questo problema sono date da un aumento della popolazione dei pinguini e da una drastica diminuzione di orche.
Il ricercatore statunitense David Ainley, che conduce delle ricerche sui Pinguini, dice che mettere fuori uso in un modo così radicale un ecosistema avrà un impatto a lungo termine, distruggendo l’ultimo oceano incontaminato del mondo nonché l’unico laboratorio naturale che consente di studiare i cambiamenti climatici.
La Nuova Zelanda è leader nella pesca del merluzzo antartico nel Mare di Ross, l’ultimo avamposto meridionale di pesca, ne pesca circa 3000 tonnellate per un guadagno di 18 milioni di dollari l’anno.
Incremento della popolazione di pinguini
La pesca industriale del merluzzo antartico ha portato questo pesce sulla via dell’estinzione, ciò ha causato, secondo gli studi di Ainley, un forte incremento della popolazione dei pinguini a Cape Royds sull’Isola di Ross. Il merluzzo antartico è il principale predatore dei pinguini ed una drastica diminuzione della popolazione di questo pesce crea notevoli problemi all’ecosistema marino di quei territori, portando anche ad una diminuzione di orche, foche di Weddell e uccelli stercorari, che si cibano a loro volta del merluzzo antartico.
La pesca industriale ha quindi alterato in modo evidente e drastico questo ecosistema.
La pesca ha distrutto la scienza
“Ora non è più così facile separare gli effetti climatici (sull’ecosistema) da quelli della pesca (industriale). La pesca (industriale) ha distrutto la scienza” ha detto David Ainley che aggiunge che non dovrebbe esistere la pesca industriale e commerciale nel Mare di Ross.
Gli effetti dei cambiamenti climatici
Ainley diche anche che: “E’ più importante per un società avere un punto di riferimento per gli studi sugli effetti dei cambiamenti climatici piuttosto che usare l’ultimo posto incontaminato sulla terra per pescare il merluzzo antartico per un tempo limitato”, anche perché, continua Ainley, “ci sono davvero pochissime persone che possono permettersi di comprare il merluzzo antartico sulla terra, forse meno dell’un percento della popolazione mondiale.”