Il disastro ecologico del Golfo del Messico ha ucciso o fatto ammalare un numero di animali, domestici, selvatici e in via di estinzione, 200 volte superiore a quello stimato dal governo. La denuncia arriva dal Center for Biological Diversity, associazione ambientalista con sede a Tucson, in Arizona, che sottolinea come questo possa avere conseguenze sull’ammontare delle ammende che la BP dovrà versare per risarcire i danni ambientali provocati dalla fuoriuscita di petrolio da una delle sue piattaforme marine.
Nel corso di uno studio sull’impatto dell’incidente dell’associazione ambientalista si è evidenziato che il numero delle tartarughe marine ferite o uccise era di cinque volte superiore a quello ufficiale, 10 volte quello degli uccelli e 200 volte quello di varie specie di mammiferi marini. Molti di questi animali sono specie in via di estinzione.
Sulla base di questi nuovi dati
Il bilancio redatto dal governo, secondo l’associazione ambientalista, non è stato aggiornato alla primavera, periodo in cui sulle spiagge sono arrivate decine di carcasse di animali morti. Sulla base di questi nuovi dati l’associazione ambientalista stima che il disastro ecologico abbia causato il ferimento o la morte di 6.165 tartarughe marine, 82mila uccelli di 102 specie e 25.900 mammiferi marini, tra cui esemplari appartenenti a quattro specie di delfini e di balene, molti animali protetti e in via di estinzione. I dati diffusi dal governo a metà febbraio parlavano di 1.146 tartarughe di mare, 8.209 uccelli e 128 delfini e balene.
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