Bruxelles è pronta a vietare i sacchetti di plastica in tutta la Ue. La scelta italiana di mettere al bando gli shopper trova sostegno in Europa nonostante un tentativo di fermarla attraverso un ricorso dei produttori e alcuni rilievi procedurali. “Le attuali tendenze dell’industria non sono sostenibili“, ha detto il commissario Ue all’ambiente, Janez Potocnick, per il quale “gli effetti dell’uso massiccio delle buste di plastica sull’ambiente, soprattutto sui mari, sono sotto gli occhi di tutti“. Non ci sarà quindi nessuna sospensiva delle norme italiane che dal primo gennaio avevano vietato l’utilizzo di queste buste, ha spiegato il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.
Il bando italiano
La questione era all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri dell’Ambiente europei. Il bando italiano dal 1/o gennaio scorso per le buste di plastica tradizionale a favore di materiale biodegradabile, ha suscitato la reazione dei produttori, che si è formalizzata in un ricorso da parte della EuPC (European Plastics Converters),la federazione europea delle aziende trasformatrici di materie plastiche, appoggiata e spronata dalla italiana Unionplast, secondo cui sarebbe violata la direttiva europea sugli imballaggi. Ma al termine dei lavori il commissario Ue ha assicurato che “tutte le opzioni per affrontare tale problema saranno esaminate, compresa una valutazione di impatto sul divieto di queste buste“.
Nessuna sospensiva del divieto
Non solo non ci sarà quindi alcuna sospensiva da parte dell’Unione europea della nuova legge che in Italia vieta l’utilizzo dei sacchetti di plastica per la spesa non ecosostenibili, ma anzi la normativa potrà essere adottata anche da altri paesi, ha confermato il ministro Prestigiacomo presente all’incontro. La legge, più in particolare, che era stata contestata in sede comunitaria perché non notificata, è stata ora notificata e i problemi di anomalie delle procedure sono stati superati.
Italia prima nell’attuazione
“L’Italia è il primo Paese europeo ad aver attuato una simile norma“, ha spiegato Prestigiacomo rilevando che ora anche altri Stati membri, a cominciare dall’Austria, hanno chiesto informazioni per adottare gli stessi parametri. L’intenzione espressa oggi da Potocnick, di voler studiare una misura analoga a quella italiana per tutti i 27 paesi membri, “fa ben sperare per il futuro dell’ambiente e soprattutto del Mediterraneo dove si calcola che galleggino ben 500 tonnellate di rifiuti plastici,” ha commentato il responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani.
I danni ambientali della plastica
Un sacchetto resta nell’ambiente anche per secoli, da un minimo di15 anni a un massimo di 1000 anni secondo l’Agenzia Europea per l’ Ambiente, e a farne le spese sono soprattutto gli animali. I sacchetti ingeriti sono stati trovati in elefanti marini, delfini, capodogli, lamantini. Tra i 700.000 e un milione diuccelli marini rimangono ogni anno uccisi per soffocamento o intrappolamento.