L’artemisia, Artemisia vulgaris L., è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Composite. E’ chiamata anche: Assenzio volgare, Assenzio selvatico, Amarella, Assenzio delle siepi, Urtmia, Arcimesa, Rettimisia, Altanisie. Questa pianta erbacea cresce, da 50 a 150 cm, nei luoghi incolti dalla pianura alle basse pendici montuose, fino a 1600 metri. L’artemisia ha fusto rossastro, erbaceo, ramoso, le foglie sono divise in lobi acuti, verde scuro e glabre sopra, lanuginose e biancastre sotto. I fiori dell’artemisia sono giallastri, tubulosi, disposti in piccoli capolini eretti, a involucro, raccolti in larghe pannocchie di spighe molli. Questa pianta erbacea ha odore piccante e sapore amaro.
La Dea greca Artemide
Il nome Artemisia deriva da quello della dea lunare greca Artemide, che è Diana per i latini, ma secondo Plinio il suo nome deriverebbe dalla regina Artemisia d’Alicarnasso che pare ne facesse uso. Apuleio ci dice che l’artemisia ha il potere di alleviare la fatica del viaggio e di scacciare i demoni malvagi e neutralizzare il malocchio.
Curare l’epilessia
In erboristeria questa pianta erbacea è stata usata da lungo tempo per curare l’epilessia e il ballo di San Vito. L’artremisia appesa nelle stalle attira le mosche e le allontana dagli animali. In erboristeria si utilizzano le foglie, le sommità fiorite e le radici. I principali principi attivi dell’artemisia sono: olio essenziale, resina, tannini, mucillagine, inulina.
Un antispasmodico
Le foglie contengono vitamina A1, B1, B2, C. L’artemisia è un antispasmodico, emmenagogo, febbrifugo, tonico, vermifigo.
In erboristeria l’artemisia è usata per assenza di mestruazioni legata all’anemia, al linfatismo, alla clorosi; disturbi dello sviluppo; vertigini e lipotimia; epilessia; disturbi nervosi; dispepsie; convulsioni infantili; nevralgie legate ai disturbi mestruali.