Nel periodo che va da fine febbraio ad aprile a poca distanza dalla costa di Lampedusa e Linosa, nelle Isole Pelagie, è facile avvistare individui in gruppi o solitari, l’arcipelago formato da Lampedusa, Linosa e Lampione, è una importante area di alimentazione invernale per questa specie minacciata d’estinzione. La specie il cui nome scientifico è Balaenoptera physalus, è il più grande cetaceo presente nel Mediterraneo, un gigante di oltre 20 metri e 50 tonnellate di peso. Studi sulla distribuzione e sul numero di individui della balena comune stimano una popolazione di circa 3000 esemplari.
Nella classifica delle isole italiane, Lampedusa viene al tredicesimo posto per le sue dimensioni, 21 kmq, con un perimetro di 33,3 km e un’altezza massima (133 m) in località Albero del Sole. Lampedusa è un’isola assolata e rocciosa, dove la biodiversità è tutelata e dove il verde permane soprattutto nel fondo dei profondi valloni che solcano il lato sud di Lampedusa per terminare in una delle incantevoli cale che si susseguono lungo la costa come Cala Greca, Cala Galera, Cala Pulcino.
La tartaruga Caretta caretta
Tra queste ultime si apre la parte forse più importante dell’area protetta delle Isole Pelagie che comprende l’isolotto e la spiaggia dei Conigli. A Lampedusa si riproduce la tartaruga di mare Caretta caretta, è presente una folta colonia di gabbiani e un lacertide che è una vera e propria rarità faunistica, lo psammodromo algerino (Psammodromus algiroides).
A Lampedusa sono presenti diverse rarità botaniche come la Stapelia europea, una pianta di origine africana per la quale Lampedusa rappresenta l’unica stazione italiana.
Rocce nere
Nell’arcipelago delle Isole Pelagie, ad una trentina di miglia da Lampedusa, Linosa è un’isola di poco più di 5 kmq le cui origini vulcaniche sono chiaramente testimoniate dalle sue rocce nere basaltiche alle quali si sovrappongono colate di lava, tufi e ceneri, che creano un pittoresco contrasto con il verde dei fichi d’India, il bianco dei gigli di mare, e dai profili di ben tre crateri: il Monte Rosso, il Monte Nero e il Monte Vulcan alto (195 m). L’Isola di Linosa è di forma quadrangolare con coste alte e ricche di insenature.
Fondali ripidi
A Linosa i fondali precipitano ripidi con pareti ricche di specie incrostanti e di anfratti che danno rifugio a crostacei e pesci salvaguardando la biodiversità marina. Il tratto più interessante è quello tra Punta Beppe Tuccio e Calcarella, nei pressi della Secchitella, una secca rocciosa che giunge fino a pochi metri dalla superficie per poi digradare lentamente verso la costa e scendere invece a strapiombo fino a un cinquantina di metri.
Pareti quasi verticali
La piccola isola di Lampione è abitata solo da un faro, è un’oasi per la protezione della biodiversità si immerge nel mare con pareti quasi verticali per circa 60 mt. di profondità ed offre quindi un fondale incontaminato, un vero paradiso per i subacquei che qui possono incontrare cernie, aragoste, corallo giallo e rosa e lo squalo grigio.
Per maggiori informazioni visitate il sito web dell’Area Marina Protetta Isole Pelagie.