Gli shopper di plastica ‘tradizionale’ con l’aggiunta dell’additivo chimico ECM non posso essere pubblicizzati e venduti come biodegradabili e compostabili perché non rispettano le condizioni e i tempi previsti dalla normativa comunitaria e nazionale di settore. E’ quanto afferma l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dando ragione a Legambiente. Il 4 febbraio 2010 Legambiente aveva segnalato all’Autorità che si stavano diffondendo sacchetti in plastica che, grazie all’aggiunta dell’ECM Masterbatch Pellet, venivano presentati dall’azienda Italcom come biodegradabili e compostabili in modo del tutto ingannevole, inducendo in errore i Comuni italiani, gli esercizi commerciali e le catene della Grande distribuzione che si stavano adeguando all’entrata in vigore, il 1 gennaio 2011, del bando delle buste.
Niente ECM nei sacchetti ecologici
L’Autorità ha definito ingannevole la pubblicità di Italcom, Arcopolimeri e Ideal Plastik, vietandone l’ulteriore diffusione e prevedendo multe di 40mila euro per la prima azienda e 20mila per le altre due. “Siamo molto soddisfatti dell’esito di questo pronunciamento – commenta Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente –. Continueremo a vigilare per evitare che il bando dei sacchetti di plastica tradizionale possa permettere ai furbi di fare affari ai danni dell’ambiente, ingannando amministrazioni e aziende che vogliono adeguarsi alla normativa vigente“.
La pubblicità ingannevole
Bene lo stop dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sui finti eco-shopper. Lo afferma in una nota il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici in merito al parere dell’Authority che ha definito ingannevole la pubblicità di alcune aziende che presentavano gli shopper di plastica tradizionale con l’aggiunta dell’additivo chimico ECM come biodegradabili. Secondo Ferrante “viene sbarrata così da subito la strada ai furbetti del sacchetto, difendendo la messa al bando degli shopper tradizionali, una misura innovativa che porterà enormi vantaggi all’ambiente del nostro Paese“.
Adeguarsi alla nuova industria ecologica
“Evidentemente – prosegue il senatore – la vecchia industria inquinante, che non ha saputo o voluto adeguarsi alla misura introdotta con la legge finanziaria del 2007 che decise la messa al bando dei sacchetti prodotti col petrolio, ha cercato in qualche modo di aggirare una norma che coniuga il rispetto per l’ambiente all’innovazione” E conclude: “Grazie alla segnalazione di Legambiente e al tempestivo intervento dell’Authority le amministrazioni e i cittadini, che hanno dimostrato da subito di apprezzare molto la messa al bando degli shopper inquinanti, non verranno ingannati da chi intende spacciare come biodegradabili sacchetti che invece rischiano di non decomporsi prima di 200 anni“.