Nasce all’indomani del G20 di Seul il ‘Consiglio Mondiale dei 20’, il WorldShift Council on the G-20, che si pone come una sorta di Governo ombra dell’assise che dal 2008 accoglie le 20 principali economie mondiali. Ambizioso l’obiettivo del Ws20: sensibilizzare queste economie e l’opinione pubblica sulle tematiche dell’etica e della sostenibilità. E per raggiungere questo traguardo, venti tra le più eminenti personalità al mondo hanno infatti deciso di mettersi insieme per costituire un ‘consiglio etico’ del G-20, con l’obiettivo di gettare le basi per un reale sviluppo consapevole del pianeta.
Il WorldShift Council on the G-20
I primi passi del WorldShift Council on the G-20 (Ws20) sono stati mossi lo scorso giugno, in concomitanza con gli incontri di Toronto del G-20. Ma il movimento ora punta dritta l’attenzione sulle potenzialità di una nuova civiltà in grado di vivere in armonia, pace e prosperità con se stessa e con l’ambiente.
Una risposta olistica al G20
Il Ws20, inoltre, nasce come risposta olistica al G-20 e ambisce a dare una direzione globale e sostenibile alle scelte del G-20, troppo spesso di solo orientamento economico. I membri del WordShift Council “si sono distinti per un’etica esemplare” sottolinea il Governo ombra dei 20 grandi del pianeta. Nel team anche un rappresentante dell’Italia, Marco Roveda, fondatore e presidente di LifeGate. “Sono molto orgoglioso di essere attivamente coinvolto in questa iniziativa che si prefigge l’obiettivo di promuovere un nuovo stile di vita“, afferma Roveda all’ADNKRONOS.
Chi fa parte del Ws20
Nutrito il team degli altri membri del Ws20, composto da Jose Arguelles, Deepak Chopra, Jim Garrison, Jonathan Granoff, Hazel Henderson, Jean Houston, Barbara Marx Hubbard, Min Jiayin, Ervin Laszlo, Federico Mayor, Edgar Mitchell, Tomoyo Nonaka, Paul Ray, Douglas Roche, Peter Russell, Masami Saionji, Marilyn Schlitz, Karan Singh e Hiroshi Tasaka.
La Dichiarazione del Ws20
A ognuno di loro è stato richiesto un commento, un contributo, una dichiarazione sulla società, sui valori e sull’approccio al mondo. Tutte queste dichiarazioni, insieme, costituiscono i semi della bozza di quella che è la prima ‘Dichiarazione del Ws-20’ che è stata presentata il 21 novembre ad Hong Kong, nella cornice dell’Asia Consciousness Festival. “Manca una visione olistica e -afferma ancora Roveda- occorre ridefinire gli obiettivi principali, ovvero: riequilibrare l’ecosistema, ridare fiducia nel futuro passando a un’economia people-planet-profit“.
Un’economia people-planet-profit
“Questo vorrebbe dire -prosegue- rifare il mondo da capo. Come in un dopoguerra in cui si ricostruisce tutto. Ed è noto che nei dopoguerra c’è un grande fiorire dell’economia“. L’impegno principale, conclude Roveda, “è quello di far sì che i grandi decisori individuino e mettano a fuoco la ‘causa’. Ad esempio, oggi ci sono numerosi incentivi e sussidi ma non ci sono fondi destinati a diffondere i valori della nuova Civiltà. Ecco perché è necessario che dalla globalizzazione sorga un mondo migliore. La globalizzazione è una sfida, possiamo prepararci ad affrontarla bene“.