Stagione venatoria: il primo settembre riapre la caccia, Wwf pronta al ricorso

di Redazione 80 views0

 Le doppiette scaldano le polveri: il primo settembre si alza il sipario sulle prime battute di caccia con l’ormai tradizionale (e contestata) pre-apertura della stagione venatoria, che ufficialmente inizia la terza domenica di settembre – quest’anno il 19 – e si chiude il 31 gennaio. Per il 2010-2011 molto è cambiato (o dovrebbe cambiare) con la legge Comunitaria, e in particolare con l’introduzione della modifica alla legge quadro sulla caccia (la 157) contenuta nell’articolo 42 del testo di respiro europeo approvato da pochi mesi dall’Aula della Camera. E, come spiega Osvaldo Veneziano, presidente di Arcicaccia, “in un clima di incertezza del diritto” le Regioni aspettano fino all’ultimo minuto per deliberare i calendari per evitare i ricorsi al Tar delle associazioni ambientaliste. Il Wwf e la Lega italiana protezione uccelli (Lipu), insieme con altre associazioni, sono, infatti, già pronte a ricorrere al tribunale amministrativo: per ora, rivela Patrizia Fantilli, responsabile dell’ufficio legislativo del Wwf, “ci siamo accordati su Veneto, che chiede ancora le deroghe per le peppole e i fringuelli, Lombardia, Toscana, Calabria e Abruzzo“.

L’APPELLO DEL WWF ITALIA
E dal Presidente del Wwf Italia, Stefano Leoni un appello in extremis: “Non scendete in campo nei giorni della pre-apertura; ne gioverebbe la fauna e tutti i cittadini“. Il rischio, per Fulvio Mamone Capria, vicepresidente della Lipu, è che con la pre-apertura “già si inizia a sparare a 12 specie, tra cui 4 in declino come la tortora, la quaglia, la beccaccina, la marzaiuola“. Tra le principali novità introdotte dall’articolo 42 della Comunitaria, la possibilità di prolungare la caccia di 10 giorni in febbraio, ritardandone però l’inizio in settembre. Un’eventualità alla quale, secondo gli esperti, “starebbe lavorando per ora soltanto la Sardegna“.

IL DIVIETO DI CACCIA IN PERIODO DI MIGRAZIONE
Inoltre Mamone Capria ricorda anche l’introduzione del “divieto di caccia alle specie in periodo di migrazione, riproduzione e assistenza alla prole, e accoppiamento“. Cambiamenti che hanno portato l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) a divulgare un documento per le Regioni con le linee guida per la stesura dei calendari, tenendo conto che – secondo la legge – qualsiasi deroga, sia relativa alle specie cacciabili sia temporale, è legata al parere dei propri dati scientifici. E – secondo gli esperti del settore – all’Ispra per il momento non sembra siano arrivate richieste specifiche.

LE DATE DELLA PRE-APERTURA
Per ora, con la pre-apertura, si potrà sparare soltanto in due giorni: il primo e il cinque settembre, mentre in Puglia anche il 12. Quasi tutte le Regioni, a parte Piemonte, Emilia-Romagna e Liguria offrono questa possibilità. Ma i calendari veri e propri tardano ad arrivare, così da evitare i ricorsi al Tar degli ambientalisti con delibere che arrivano anche oltre il 28-29 agosto. Per questo alcune Regioni hanno deciso di affidare la pre-apertura alle singole province, come in Toscana, in Emilia-Romagna e in Lombardia (qui ha aderito solo Brescia). Poi, il via ufficiale domenica 19 settembre.

LA RIDUZIONE DELLE SPECIE CACCIABILI
All’orizzonte, e soprattutto per rimanere nel solco delle direttive europee, quella che Veneziano definisce “una forte riduzione delle specie cacciabili“: per esempio, in Puglia il fagiano potrà essere nel mirino dei bracconieri soltanto dal 2 ottobre al 29 dicembre, per i tordi si anticipa la chiusura al 20 gennaio e non al 31, per la beccaccia si parla del 20 o del 31 dicembre. Lo stesso per il colombaccio, l’allodola e il merlo. Al 20 gennaio lo stop dovrebbe riguardare la gran parte delle anatre. In ogni caso, rimane – dice Veneziano – “un contesto di frustrazione verso i cacciatori che dopo l’approvazione della Comunitaria hanno visto naufragare la possibilità di un dibattito serio per la modifica della 157“. E anche in Parlamento “la lobby venatoria vacilla“, osserva il presidente di Arcicaccia: “Il gruppo interparlamentare ‘Caccia e pesca’ da 120 membri di inizio legislatura è passata a 30 dell’ultima riunione in luglio“.

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