Il Cdm, su proposta del ministro Stefania Prestigiacomo, ha approvato il decreto legislativo di recepimento della direttiva comunitaria sulla qualita’ dell’aria, che disciplina l’intera materia della valutazione e gestione della qualita’ dell’aria nei paesi Ue. Il provvedimento, si legge in una nota, interviene a fissare i valori e gli obiettivi di qualita’ dell’aria da raggiungere o da perseguire per biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo, particolato PM10, particolato PM2.5 e ozono. Il decreto legislativo modifica la normativa preesistente, realizzando un quadro normativo unitario aggiornato alla luce dello sviluppo delle conoscenze in campo scientifico e sanitario e delle esperienze maturate, che consentira’ di superare le criticita’ che lo Stato e le regioni hanno incontrato nei dieci anni di applicazione della previgente normativa.
GLI OBIETTIVI DEL REGOLAMENTO COMUNITARIO
Due gli obiettivi che vengono raggiunti: razionalizzare le attivita’ di valutazione e di gestione della qualita’ dell’aria, secondo canoni di efficienza, efficacia ed economicita’, e responsabilizzare tutti i soggetti interessati all’attuazione delle nuove disposizioni sulla base di un preciso riparto delle competenze. Tali finalita’ sono conseguite attraverso un processo di ottimizzazione delle attivita’ e delle gestioni esistenti, senza prevedere oneri ulteriori rispetto al passato.
LA QUALITA’ DELL’ARIA LOCALE
E’ prevista, inoltre, la possibilita’ di ricorrere a misure nazionali qualora da un’apposita istruttoria risulti che tutte le possibili misure individuabili dalle regioni nei piani di qualita’ dell’aria non siano risolutive, in quanto i superamenti sono causati in modo decisivo da sorgenti di emissione su cui le regioni non hanno competenza amministrativa e legislativa. In tal caso si procede all’adozione di misure di carattere nazionale sulla base dei lavori di un comitato da istituire presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.