Per ora si tratta solo di un’ipotesi ma gli ambientalisti canadesi sono già sul piede di guerra: secondo uno studio commissionato dal ministero della pesca, 220 delle 300 mila foche grigie che vivono sull’isola di Sable rischiano lo sterminio. Per salvare dalle loro fauci i merluzzi che popolano le acque al largo del porto di Halifax, sulla costa est del Canada, il “massacro”, come lo definiscono i ‘media’ canadesi online, è una delle opzioni previste in uno studio dello scorso anno che le autorità avevano commissionato per placare i pescatori stanchi di rientrare con le stive mezze vuote per mancanza di pesce.
LO STERMINIO DELLE FOCHE GRIGIE
Secondo il programma, che la stampa canadese presenta con un misto di orrore e riprovazione, almeno 100 mila foche andrebbero eliminate nell’arco dei primi 12 mesi. L’uccisione delle altre 120 mila sarebbe invece ripartita nell’arco dei quattro anni successivi. “Se si cominciano a uccidere le foche per salvare i merluzzi mettiamo in moto un circolo vizioso che non finirà più – ha obbiettato Mark Butler, del Centro di azione ecologico di Halifax – la pesca d’altra parte ha già fatto i suoi danni, sottraendo cibo a predatori come gli squali e quindi mettendo varie specie a rischio“.
LA STERILIZZAZIONE ALTERNATIVA
Altri ecologisti hanno sottolineato come l’uccisione di un numero così elevato di capi porrebbe gravi problemi di smaltimento. Nel rapporto, tuttavia, si è pensato anche a questo: le foche uccise sarebbero bruciate e le loro ceneri disperse nell’Atlantico. Un portavoce del governo canadese ha detto che non è stata presa ancora nessuna decisione e che l’alternativa potrebbe essere la sterilizzazione di circa 16 mila foche femmina in modo da bloccare la crescita esponenziale di una colonia che, nell’arco di 50 anni, è passata da 20 mila a oltre 300 mila unità. L’isola di Sable è una delle riserve naturali più ricche e suggestive del Canada e le autorità stanno pensando di farne un parco nazionale.