A partire dal tardo pomeriggio di ieri la nube provocata dal vulcano islandese ha lasciato gran parte dell’Italia e, a notte inoltrata, “i cieli italiani sono stati completamente sgombri dalle ceneri vulcaniche“. Questo l’ultimo aggiornamento nelle mappe del Vaac (Centro di controllo europeo delle polveri vulcaniche). L’eruzione del vulcano islandese non cessa e, nei giorni scorsi, ha provocato la cancellazione di altri scali europei, inclusi quelli del nord Italia. La chiusura dello spazio aereo del Nord Italia dalle 8 alle 14 di ieri, spiega l’Enac in una nota non ha riguardato gli scali di Venezia, Trieste e Rimini, che sono rimasti aperti al traffico.
VOLI INTERNAZIONALI CANCELLATI
Intanto sono stati cancellati molti voli dalla Cina all’Italia. L’Air China in una nota ha comunicato di aver cancellato il volo CA939/940 che segue la rotta Pechino-Roma-Pechino, mentre il volo dell’Air China che sarebbe dovuto partire all’1.30 di ieri notte da Milano per Shanghai, partirà oggi alla stessa ora. Stessa sorte anche per lo Shanghai-Milano che è stato ritardato dalle 9.30 di ieri mattina ora cinese alle 9.30 di stamattina. Cancellati anche i voli da Pechino per Parigi e per San Paolo via Madrid.
VOLI CANCELLATI A MALPENSA
Sono 137 i voli cancellati ieri all’aeroporto di Milano Malpensa, per effetto della chiusura dello spazio aereo del nord Italia imposta dalla nube di cenere del vulcano islandese. Si è trattato in particolare di 68 aerei in arrivo e 69 in partenza, nella fascia oraria 8-14 di blocco del traffico deciso dall’Enac. Intanto all’aeroporto lombardo si è ricreata la stessa situazione vissuta un paio di settimane fa in occasione del primo stop dei voli sempre in conseguenza dell’eruzione vulcanica. Migliaia di passeggeri in attesa di capire se e quando partiranno: sui monitor dei terminal di partenza di Malpensa i voli fino alle 14 erano segnalati come cancellati o da ri-programmare.
VOLI CANCELLATI A LINATE
Sono stati 76 i voli soppressi ieri mattina all’aeroporto di Milano Linate. Secondo i dati della società di gestione Sea, si tratta di 43 aerei in arrivo e 33 in partenza nella fascia oraria 8-14 di blocco del traffico aereo.
L’ATTIVITA’ ERUTTIVA
Il rischio che si ripeta il caos aereo di metà aprile, che ha trasformato i cieli europei in una grande ‘no fly zone’, resta comunque reale. “L’attività eruttiva è tornata ai livelli del 15-16 aprile, quando aveva raggiunto il suo massimo“, ha detto Mike Burton, ricercatore della sezione di Pisa dell’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), tornato sul vulcano islandese. Incurante dei disagi che provoca, Eyjafjallajokull continua ad eruttare, facendo ricadere sull’Islanda polveri e cenere fastidiose. Ieri una sessantina di persone che abitano nella zona ha lasciato volontariamente le case. Per ora, però, non c’é nessun piano di evacuazione da parte delle autorità.