La Guardia costiera statunitense ha individuato una terza falla nella piattaforma petrolifera ‘Deepwater Horizon‘ affondata la scorsa settimana a 84 chilometri a sud-est del porto di Venice, in Louisiana, dopo un’esplosione che ha causato un incendio e 11 persone disperse. Una falla dalla quale fuoriesce una quantità di petrolio pari a 5 mila barili al giorno, cinque volte superiore a quanto ere stato stimato all’inizio. La nuova perdita dalla piattaforma, scoperta a una profondità di 1.500 metri, è stata confermata da un portavoce della BP propretaria della piattaforma, che però ha contestato l’aumento della quantità di greggio dispersa: “Noi pensiamo che il volume di quello che si disperde resti invariato“, ha detto.
LA MACCHIA DI PETROLIO
In precedenza il contrammiraglio Mary Landry, della Guardia costiera Usa, aveva riferito che in assenza di variazioni delle condizioni meteo la macchia nera sarebbe arrivata domani sulle coste della Louisiana. Intanto sonoiniziate le operazioni della Guardia Costiera per incendiare la marea nera cha ormai ha raggiunto una superficie di 74 mila chilometri quadrati. L’incendio provocherà dense e alte colonne di fumo altamente inquinante; la speranza è che il vento giunga a spingere il fumo il più lontano possibile dalle coste. La piattaforma della società svizzera Transocean era affondata il 22 aprile, due giorni dopo aver preso fuoco mentre portava a termine un pozzo per la British Petroleum.
INCENDI CONTROLLATI PER PROTEGGERE LA COSTA
Le autorità americane, che stanno lavorando per evitare una catastrofe ambientale nelle coste meridionale del Paese, hanno cominciato a bruciare una parte dell’enorme marea nera di petrolio che galleggia al centro del golfo del Messico. Lo ha fatto sapere la Guardia Costiera. Si tratta di una misura che è stata annunciata ieri e che è stata adottata per tentare di evitare l’avanzata della chiazza verso terra.