“Stop follia nucleare”. E’ questo lo striscione esposto questa mattina davanti alla Camera dei Deputati a Montecitorio da 10 attivisti di Greenpeace. In tute bianche e maschere antigas, hanno portato, inoltre, una mostra fotografica per ricordare il ventiquattresimo anniversario del disastro di Cernobyl. Il 26 aprile 1986 a Cernobyl si verificò il più grave incidente nucleare della storia, con una violenta esplosione che rilasciò in atmosfera cento volte la radioattività sprigionata dalle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki. La nube radioattiva arrivò fino in Europa Centrale e in Italia.
PER NON DIMENTICARE
“A ventiquattro anni da Cernobyl – spiega Andrea Lepore, responsabile campagna nucleare di Greenpeace – la propaganda filo-nucleare continua a sottostimare gli effetti della tragedia di Cernobyl e il numero dei morti causati dall’incidente“. Secondo Greenpeace, “la stima dei morti causati dall’incidente é di oltre duecentomila mentre la propaganda filo-nucleare parla di soli 65 morti, riferendosi a malapena al numero dei lavoratori e soccorritori morti in seguito all’esplosione“.
IL RITORNO AL NUCLEARE
L’organizzazione ricorda poi che nel 1987, l’anno dopo Cernobyl, oltre l’80% dei cittadini italiani ha votato contro il nucleare e che in seguito all’esito dei tre referendum proposti, tutte le centrali nucleari in Italia furono chiuse. “Il governo – conclude Lepore – intende imporre all’Italia il nucleare e si prepara a una campagna di disinformazione sui rischi e i costi di questa pericolosa tecnologia“.