Anche le sigarette inquinano, e non solo i nostri polmoni. E allora perché non vietare le “bionde”, almeno nelle automobili? E’ quanto chiede il Codacons, sposando l’appello lanciato dal Royal College of Physicians, l’associazione dei medici del Regno Unito che ha chiesto al governo britannico di ampliare la legislazione anti-fumo. D’accordo il Codacons, che chiede misure più restrittive anche nel nostro Paese. L’associazione “non solo condivide la proposta, ma ricorda che e’ dal 17 luglio 2003 che chiede la stessa identica cosa al Parlamento italiano“.
DIVIETO DI FUMO IN AUTO
Nel 2005 il Codacons presentò addirittura un progetto di legge alla Camera dei Deputati, dal titolo ‘Fumo al volante, pericolo costante’. “La proposta – ricorda in una nota l’associazione – fu fatta non solo perché il 15% degli incidenti stradali dovuti a distrazione é riconducibile al fumo di sigaretta (considerato che la media dei secondi di distrazione mentre si fuma una sigaretta al volante è di 11,5 secondi contro i 10,6 secondi per comporre un numero di telefono), ma anche perche’ una sigaretta e’ sufficiente per trasformare una vettura in una camera a gas“.
LE POLVERI SOTTILI DELLA SIGARETTA
Basta una ‘bionda’ e “se i finestrini sono chiusi le concentrazioni di particolato fine si impennano – ricorda l’associazione – e i livelli di polveri con peso molecolare 1 (PM1) e 2,5 (PM2,5) arrivano a 1.000 microgrammi per metro cubo d’aria. Una situazione sanitaria pericolosissima se si pensa che nei luoghi aperti sono sufficienti 50 mcg/m3 di PM10 per violare la normativa europea e che quando si rischia di superare questa soglia i Comuni, anche se purtroppo non lo fanno, dovrebbero per legge bloccare la circolazione delle auto“.
NIENTE FUMO IN AUTO CON MINORI A BORDO
Ecco perché il Codacons, “considerato che e’ appena stata bocciato l’emendamento della Lega Nord che accoglieva in toto la proposta dell’associazione, chiede di vietare il fumo in auto almeno in presenza di passeggeri, specie se minorenni“. E ricorda “che è dimostrato un aumento progressivo dello 0,51% di decessi giornalieri (tasso relativo di mortalità per ogni causa) per ogni 10 microgrammi per metro cubo (mcg/m3) di PM10 nell’aria ambiente“.
Fumare in auto, data la ristrettezza dello spazio, “costituisce quindi un pericolo per la salute stessa del guidatore – fa notare il Codacons – più elevato che fumare in un qualunque altro ambiente: casa, lavoro, esercizi pubblici, o, ovviamente, all’aperto. Il fumo in auto, inoltre, ha dirette conseguenze anche sulla capacità di guida. Costituisce dunque non solo un costo sociale non indifferente del quale la collettivita’ deve farsi carico, ma anche un rischio per l’incolumita’ degli altri automobilisti“.