Mentre starebbe per partire la progettazione del ponte di Messina, nasce a Catona, a pochi passi da Reggio Calabria, un centro di ricerca mirato a proteggere l’ecosistema marino del tratto di mare che dovrà vivere all’ombra della maxi opera. Per gli scienziati, infatti, si tratta di un ampio territorio tra i più ricchi di biodiversità del nostro Paese.
Alghe brune, farfalle di mare, crostacei ‘Pilumnus inermis’, pesci vipera, squali elefante e martello, tartarughe marine ‘Caretta caretta’, sono infatti solo alcune delle specie animali e vegetali marine che popolano lo Stretto di Messina.
LA TUTELA PER LA BIODIVERSITA’ MARINA
“La nuova struttura, realizzata grazie a un accordo con Regione Calabria, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Università Mediterranea di Reggio Calabria e atenei di Calabria, Siena e Cagliari, svolgerà – spiega la scienziata Rinelli – un importante ruolo strategico di coordinamento e gestione dei progetti scientifici volti appunto alla tutela della biodiversità marina“.
Preservare la biodiversità nei popolamenti marini, sottolinea la ricercatrice, “significa conservare le specie autoctone ed endemiche, mantenendone intatti i patrimoni cromosomici, in modo da garantire alle diverse popolazioni la possibilità di evolversi geneticamente in modo autonomo“.
LA TUTELA DELLA QUALITA’ DEL CIBO
“Uno degli obiettivi di questo centro – sottolinea l’assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco – e’ chiarire una volta per tutte qual e’ lo stato di salute dei nostri mari e delle specie che in essi abitano“. “In sostanza, – dice Greco- vogliamo dare tranquillità ai calabresi su quello che arriva sulle loro tavole e capire se i problemi connessi allo smaltimento illegale dei rifiuti interessino davvero i nostri mari“.