Il deputato del Pdl Enzo Raisi difende la corrida spagnola

di Redazione 244 views1

 Nella sua casa ad Albacete, nella comunità autonoma spagnola di Castilla la Mancha, c’è una plazade toros. Come quelle delle grandi corride, ma in piccolo, per allenarsi. “Le usano in campagna, una specie di luogo in cui ci si allenano i toreri o gli aficionados”, gli appassionati. E’ di madre spagnola il deputato del Pdl Enzo Raisi, e con la terra iberica ha un rapporto da sempre: “Ho respirato tori fin da piccolo”, racconta . Raisi non nasconde la sua passione per la corrida, tanto da rivelare di comprare per la sua ‘mini-arena’ personale torelli di uno o due anni: “Valgono 1000 euro e ci giochiamo durante l’estate, poi li rivendiamo o li restituiamo all’allevatore. Oppure vanno dal macellaio per la carne”. Lo spargimento di sangue che ricorda la corrida avviene solo dopo, quindi. “No, no, io non li uccido. Ma voglio dire, io personalmente non trovo la corrida uno spettacolo cruento. L’unico aspetto vero è che devi saperlo ammazzare il toro. Quello è l’unico momento in cui può soffrire”.

I TORI NON SOFFRONO?
Chi dice che i tori soffrono durante tutto lo spettacolo “è uno che non ama la corrida. C’è una specie di anello, questa la vera difficoltà, e se la spada entra dentro questo anello il toro muore all’istante, lo recidi”. Motivo questo per cui i toreri sono alti. “Se lo colpisci così come previsto dalla norma, cade automaticamente. E se non succede…”, chiosa Raisi senza lasciare spazio all’immaginazione. Del resto, lo diceva anche Ernest Hemingway, “in un suo stupendo libro”, che tutte le ferite sono “ferite da taglio. Se faccio un taglio il dolore non ce l’ha in quel momento, ma il giorno successivo”. Un domani che per il toro non ci sarà mai. “Il giorno successivo il toro è già bello che morto”.

A tutti gli animalisti queste dichiarazioni sembrano un film dell’orrore… e no, la corrida a chi ama gli animali non piace, né, tantomeno, la ama.

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